La Reggenza richiama all'unità politica
Un livello, quello dello scontro politico, che preoccupa la Reggenza che nel suo indirizzo di augurio di fine anno ha voluto favorire una riflessione profonda. “I rapporti e le voci delle politica – scrivono le loro eccellenze Giuseppe Arzilli e Roberto Raschi – siano improntate al massimo rispetto della persona, promuovano la concordia tra i cittadini, siano ispirati alla piena responsabilità. Un messaggio augurale rattristato dai recenti fatti di cronaca che hanno purtroppo visto i giovani come involontari protagonisti. Troppi – hanno evidenziato le loro eccellenze, i lutti, troppe le famiglie che piangono. E allora un invito deciso alle istituzioni perché si faccia di più, ci si adoperi per promuovere ed incoraggiare ogni progetto di tutela delle giovani generazioni, che sono la risorsa migliore del nostro Paese. Una emergenza, questa indicata dalla Reggenza, che si affianca ad un’altra priorità: quella ambientale, da tenere in grande considerazione: alle sensibilità espresse – scrivono le massime autorità dello Stato – non hanno corrisposto attenzione e provvedimenti tali da poter guardare al futuro con tranquillità critica”. Anche qui una esortazione, a rifuggire dall’uso invasivo del territorio, per ricorrere invece alla persecuzione di un progresso sostenibile. Un pensiero quello della Reggenza, che è andato anche ai concittadini che negli anni hanno dovuto cercare altrove la possibilità di esprimere la loro laboriosità. E’ anche a loro – ricorda – che si devono i successi economici del nostro Paese. L’invito è a mantenere positivo e vitale il legame con San Marino. Poi una riflessione sugli anziani, sulle fasce più deboli della società ma anche sul volontariato, su coloro cioè che si impegnano per favorire il benessere degli altri, veri esempi di fratellanza e di solidarietà. Sul fronte internazionale una condanna ferma e irrinunciabile verso il terrorismo, definita una piaga che incombe sulla civiltà, la più grave minaccia per la Pace. Una Pace che la Reggenza ritiene necessaria e possibile, da perseguire attraverso gli strumenti del dialogo e della mediazione, da conquistare con la tolleranza, in un confronto aperto fra culture, concezioni ideologiche e religiose che non importa – scrivono i Capi di Stato – quanto siano diverse tra loro.