La Reggenza saluta l'Aula e chiede al governo scelte più rapide
Cogliere i risultati raggiunti, in questa fase sperimentale, in vista di un nuovo regolamento consiliare. Mettere mano al conflitto di interessi e alle incompatibilità, partendo dal parere chiesto all'Uditore della Reggenza. Lorella Stefanelli e Nicola Renzi salutando l'Aula invitando a non disperdere i passi avanti compiuti in questo semestre. Ma i Capitani Reggenti rimarcano anche i punti deboli registrati durante il mandato. Una copiosa produzione legislativa, affermano, non è di per se negativa lo diventa quando non è armonica. Per questo si chiede una attenta riflessione sui tempi e le modalità di presentazione degli emendamenti, per evitare di licenziare testi di legge non chiari e privi del coordinamento con altre leggi. Serve, puntualizza la Reggenza, maggior coordinamento dell'Esecutivo per arrivare a scelte più rapide e incisive nel governo del Paese. Se questo "stato di cose" fa capo all'impianto istituzionale, bisogna aprire con determinazione e coraggio un confronto per riforme decisive. Eccessivo, rimarca la Reggenza, il ricorso ai decreti. Al Consiglio va riconosciuta la centralità nel ruolo normativo che gli compete. La politica, in sostanza, deve riappropriarsi del suo ruolo per fare in modo che non venga a mancare l'apporto delle nuove generazioni. Un tema questo, su cui la Reggenza torna spesso, paventando il rischio di perdere il seso del valore, anche etico e di servizio, della partecipazione alla vita pubblica. I Capi di Stato tornano sulla questione morale che ha contraddistinto anche questo semestre. Piena fiducia e sostegno all'azione della magistratura, ripete la Reggenza. "Ci appelliamo affinchè sempre più le questioni giudiziarie dei singoli siano svincolate dalle questioni politiche", le parole pronunciate all'Aula. Infine la convinzione che l'impegno internazionale della Repubblica in difesa dei diritti umani non possa essere diminuito e l'invito ad accogliere quanto prima, attraverso i corridoi umanitari, un numero pur limitato di famiglie come valore simbolico della nostra tradizione di ospitalità e di solidarietà.
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