Relazione Commissione d'inchiesta su caso CIS: in Consiglio è il giorno della discussione, fra accuse e rimpalli di responsabilità
Dopo le rivelazioni esplosive, lette in Aula lunedì, si prevedeva una sorta di 'redde rationem', nella seduta di oggi. Tutto ciò in attesa di un eventuale ordine del giorno, dal quale si traggano le conseguenze politiche da quanto indicato nero su bianco nella relazione. Dai consiglieri intervenuti in mattinata un generale riconoscimento dell'importanza del lavoro compiuto dai Commissari; per il resto letture spesso divergenti sul campo delle responsabilità. Ricordate, dalle fila di Rete, le ripetute denunce circa la pervasività della presenza di Confuorti nel sistema finanziario sammarinese. Ma c'è chi, come Spagni Reffi, sostiene come dalla vicenda CIS tutti escano sconfitti.
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Siamo stati trattati come nemici della Repubblica – ha detto il giovane consigliere -; oggi vanno fatte delle scuse, non al Movimento, bensì a tutta la cittadinanza. Guerrino Zanotti ha ricordato tuttavia come la vicenda CIS avesse radici profonde; e vi si pose fine sul finire della scorsa legislatura. E non è mancata una stoccata proprio a Rete: è sicura – ha affermato Zanotti – di stare “dalla parte giusta della barricata”? Da altri consiglieri di Libera, poi, l'auspicio che si riesca a dare una lettura condivisa di ciò che è accaduto; ma anche la consapevolezza di un ritardo nel rendersi conto che alcune persone “non lavoravano per il bene del Paese”. Durissimo l'intervento di Matteo Rossi, NPR. “Nel Paese – ha detto - era in atto un vero e proprio colpo di stato attuato da una galassia criminale. In quest'aula le metastasi di questo cancro avevano trovato poltrone e spazi”. Ad aprire il dibattito Pasquale Valentini, DC, che alla luce di quanto emerso ha posto una domanda: “siamo fuori da questa logica?”.
Ricordato, fra le altre cose, il ruolo di Banca Centrale negli anni dell'uscita di San Marino dalla black list. E questo per scongiurare il rischio che, oltre all'accertamento delle responsabilità individuali, si finiscano per travolgere realtà di rilevanza sistemica. Fra gli interventi anche quello del Segretario di Stato agli Esteri, che ha ricordato tutti quei professionisti che, proprio in Banca Centrale, subirono conseguenze pesantissime, per aver svolto con coscienza il proprio lavoro. Critiche, poi, all'Esecutivo di Adesso.sm, specie sul piano delle tempistiche: il cancello – ha detto – venne chiuso quando i buoi erano ormai scappati. “Questa relazione – ha concluso Beccari - deve diventare un punto d'inizio per disegnare le linee strategiche del Paese”. Dal collega di Governo Belluzzi l'auspicio che la magistratura accerti ogni addebito. Mentre sul piano delle responsabilità politiche il Segretario di Stato ha parlato di un “partito trasversale”. “Lo vedo ancora attivo – ha aggiunto – in alcuni sottoscrittori del sindacato alla Reggenza”. E riguardo al Giudice Buriani ha chiesto dove siano finiti “quelli che fino a ieri lo difendevano”.