RETE su abusi edilizi: prevenire è meglio che condonare
Una politica responsabile, intesa anche come modus operandi degli uffici pubblici, deve avere la capacità di vigilare, eseguire controlli periodici ed applicare le leggi, valutando attentamente le casistiche senza creare squilibri e favoritismi di sorta, altrimenti si rischia, come con la patrimoniale, di pesare sul singolo cittadino che possiede solo la casa in cui vive mentre non si richiede un adeguato contributo a chi è in possesso di un vasto patrimonio immobiliare.
Stesso problema si ha con la proposta di sanare gli abusi edilizi, cercando di recuperare del denaro che, se tutto fosse stato fatto come prevedono le leggi in materia, sarebbe già stato riscosso e ci sarebbero state anche delle demolizioni, anche se in Repubblica pare non sia prassi distruggere se non per ricostruire molto più di prima. Eppure, in questo momento di difficoltà per le piccole imprese edili, bisognerebbe pensare ad agire con criterio, valutando la demolizione di ciò che è inutilizzato ed inutilizzabile, ma anche la confisca laddove siano emersi collegamenti di stampo mafioso (ah già, per questo occorre attendere le procure italiane!) ed ovviamente la riqualificazione degli edifici.
Ora, non si tratta di fare demagogia ma di voler concordare con le molte persone e molti politici di schieramenti diversi che si sono detti contrari a tale sommario ed iniquo provvedimento, a partire dal Segretario Fiorini che ha affermato con la sua presa di posizione di voler finalmente cambiare rotta nella gestione “allegra” del territorio.
I principi di fondo dell’equità, della trasparenza e dell’efficienza degli organismi coinvolti nell’attuazione delle leggi sono imprescindibili per garantire il buon funzionamento dello Stato ma anche per non vanificare la fiducia e il senso di appartenenza dei cittadini al proprio Paese.
Proporre sanatorie significa eludere il grande problema della mancanza di responsabilità, che si ripercuote non solo sulle leggi già esistenti e mai applicate ma anche alle nuove leggi che si intendono realizzare.
Proporre sanatorie significa continuare ad assecondare un sistema che ha già dimostrato di non funzionare perché assoggetto ai desideri di coloro che hanno avuto tutti gli interessi (i propri, non quelli della collettività) per continuare a costruire in barba alle norme, probabilmente proprio grazie ad alcuni “aiutanti” sparsi nelle Commissioni e negli uffici strategici, gli stessi che dovrebbero controllare e che evidentemente erano sottoposti a conflitti d’interesse. Esempi lampanti sono quelli delle vicende dell’ex-Symbol e dei lotti di Valdragone, con scarsa trasparenza dei progetti, delle procedure, di chi le attua… storie vecchie basate su un metodo che continua ancora oggi.
A nostro avviso queste non sono che alcune delle conseguenze di un sistema in cui non emergono mai le responsabilità di chi dovrebbe effettuare controlli e di chi a livello dirigenziale deve garantire il buon funzionamento del proprio ufficio, incuranti delle ricadute sul territorio e della vivibilità per i cittadini.
Il Movimento RETE si batte per una cultura del cambiamento che porti assunzione di responsabilità e controlli periodici, che porti all’eliminazione dei conflitti d’interesse, al superamento della discrezionalità nel rilascio dei permessi e alla certezza della pena per chi viola le leggi. Crediamo che questo cambiamento possa avvenire anche con l’aiuto delle persone oneste che lavorano in pubblica amministrazione e che, anziché continuare a rimanere isolate da un sistema che premia solo i furbi, devono trovare la forza di denunciare le ingiustizie e possano vedere riconosciuti i loro meriti. Ciò non toglie che la volontà di confronto e di cercare una mediazione tra coloro che siedono in Consiglio sia importante, e se a volte compaiono delle pregiudiziali è proprio perché non c’è dialogo ma un testardo procedere sulla propria strada, talvolta per accordi tra le forze politiche che usano come merce di scambio progetti dannosi e poco lungimiranti (per esempio, l’Istituto Finanziario Pubblico).
Senza dimenticare che su senso di responsabilità, necessità di chiarezza e di giustizia non si può transigere, né tanto meno trovare una mediazione.
Movimento civico RETE
Testo e approfondimenti sono disponibili on line