Rete: appalto forniture in PA, il governo non rispetta le leggi!
Che alcuni grossi imprenditori vivacchino sulla gestione di appalti che gli vengono forniti da gestori accondiscendenti, pare un dubbio difficilmente smentibile: che i nemici politici vengano ostacolati nel partecipare e vincere appalti è convinzione altrettanto comunemente diffusa.
Il governo ha portato in aula il decreto sugli appalti per forniture di beni e servizi in PA.
Già il fatto che abbia fatto un decreto invece di una legge testimonia dell'inesistente rispetto per le procedure democratiche, esautorando dei suoi specifici poteri legislativi il Consiglio Grande e Generale.
Ma vi è di più: non si coglie l'opportunità di prevedere corsie di favore per dare in appalto le forniture a società sammarinesi o con dipendenti sammarinesi. Evidentemente al governo non dispiace buttare fuori confine soldi che potrebbero rimanere al suo interno.
Non si coglie l'occasione nemmeno per porre fine (cosa che sarebbe possibile grazie alla gestione informatica centralizzata) alle licitazioni private, o alle trattative al di fuori dal registro dei fornitori. In pratica in questo modo si stabilisce che ci sono delle regole riguardanti gli appalti, che tuttavia possono non venir rispettate nel caso in cui ci sia, ad esempio, urgenza di addivenire alla stipula del contratto. Che è come dire: “basta attendere fino all'ultimo momento e posso dare l'appalto al mio amico senza incappare in alcuna censura”.
Il punto più basso del decreto è tuttavia quello in cui RETE chiedeva che il governo rispettasse l'articolo approvato nella legge finanziaria dal titolo “sulla trasparenza”, che sulla carta il governo si è impegnato ad applicare entro il 31 marzo 2015.
Tale articolo, che abbiamo già trattato in un comunicato stampa, sanciva che chi voglia concorrere in gare per appalti pubblici debba dichiarare sotto la propria responsabilità il suo beneficiario economico persona fisica.
Abbiamo dunque richiesto di prevedere che al momento dell'iscrizione al registro dei fornitori ogni società dovesse adempiere al suo dovere. Abbiamo inoltre richiesto che fosse previsto che si tenesse conto, tra i requisiti per potersi iscrivere nel registro dei fornitori, dei precedenti anche dei beneficiari economici persone fisiche oltre che quelli degli amministratori e dei soci.
Non è stato accettato.
La scusa puerile usata da Venturini per bocciare tali emendamenti, è che verrà richiesto il beneficiario economico solo a chi vince un appalto.
Così ora ci si può trovare a fare una gara (qualora non facciano trattative private con gli amici) che viene vinta da un'attività che poi risulti inidonea all'iscrizione al registro dei fornitori... ex post.
E a quel punto? Cosa si fa? Si annulla la gara? Viene affidata al secondo?
Insomma, Giancarlo Venturini propone un decreto al posto di una legge. Tale decreto rimanda ad un regolamento, che si perderà nell'iperuranio delle norme dimenticate di San Marino.
Vengono introdotti alcuni buoni principi ma si perde l'occasione di essere rigorosi con le premesse, e non si rispettano le leggi appena approvate in aula.
Con Gaber viene da chiederci se ci siano o no leggi, se ci sia o no uno Stato".
comunicato stampa
Movimento R.E.T.E.