Rete: "In aula non c'è nessuno coinvolto in affari di corruzione!"
Tutti ci tengono a che non si faccia di tutta l'erba un fascio, fasciando l'erba al contrario: se nessuno è -io non ho sentito nessuno autoaccusarsi- colpevole, tutti sono innocenti, la politica si scagiona questo è il paese migliore al mondo.
Secondo noi per distinguere le mele marce da quelle sane, c'è solo un modo: che le marce vengano perseguite, condannate e che paghino fino all'ultimo centesimo: saranno poi loro, una volta condannate e se non vogliono fare i capri espiatori, a fare i nomi dei loro sodali!
E' emerso che problemi del paese sono tutti alle spalle: la politica, quella che si autoassolve, si è lasciata alle spalle il marciume... come? Semplice, facendo documenti in cui lo hanno scritto. Magia, non c'è più corruzione!
Poi uno esce dall'aula, contento perché nessuno è colpevole, e si rende conto che fuori di lì c'è un paese vero, che soffre e di balle ne ha già ingoiate troppe.
E nel paese reale ci si chiede perché, a San Marino, non si sia mai quantificato quanto ci è costata e ci costa la corruzione, a livelli paragonabili (se non superiori) a quella italiana.
Si chiede perché dietro a politici di peso ci siano i tentacoli di costruttori, banchieri (i famosi poteri forti...) e di politici di vecchio corso che sono duri a morire.
E allora viene da pensare che le scarse difese dalla corruzione nel nostro paese scaturiscono dalla distorta percezione della corruzione stessa. Chi sta al gioco della cordata, chi porta avanti politiche eterodirette, non ha la consapevolezza di essere corrotto!
Chi fa in modo che un amico o il figlio di un amico venga assunto in barba agli altri, non crede di essere un corrotto.
Chi concede terreni, chi costruisce marciapiedi o fa asfalti per favorire l'elettore che vive nel dato posto, non crede di essere corrotto.
Evidente, se nulla è corruzione, nessuno è corrotto, e in tal modo si spiegano le autoassoluzioni e il far cerchio -lì sì, tutti uniti- contro chi grida che vuole i nomi di chi ha distrutto il paese, vuole controlli sui patrimoni, vuole trasparenza negli atti.
Certo, se uno ruba o distrae milioni di euro è molto più visibile, ed è facile additarlo come l'unico colpevole. Ma vi pare che in questo paese, con 30 anni di clientelismo e voti di scambio, le colpe siano di 3 o 4 persone? O non sono invece di un sistema all'interno del quale forse ci sono mele sane, ma sono l'eccezione?
La corruzione nasce dal silenzio e dal voltarsi dall'altra parte. Finalmente però ci sono i segnali che questa omertà sammarinese stia volgendo al termine.
Ci dicono amici che in un noto ristorante sammarinese, un paio di giorni fa è arrivato uno dei politici cui sono stati rivolti addebiti nella relazione finale della commissione antimafia del 2012.
Una volta, gli avrebbero steso tappeti rossi e avrebbero fatto la fila per chiedere favori.
Ora, nel tavolo a fianco, in cui stavano mangiando 6 clienti, quei clienti si sono alzati uno ad uno e se ne sono andati, non volendo nemmeno mangiare di fianco a chi ha tolto il pane ai loro figli.
Rimane ancora molta strada, e una rivoluzione culturale da fare. Bisognerà avere il coraggio di prendere le distanze anche dal proprio padre, se ce ne sarà bisogno. Come Peppino Impastato, ma anche come insegna, se non sbaglio, la parabola evangelica.
Ma dei famosi “cento passi” di Peppino Impastato, alcuni li abbiamo già fatti, la camminata è iniziata. I rimanenti dovremo farli assieme se vorremo godere ancora di una Repubblica sovrana nei decenni a venire!
Comunicato stampa Movimento Rete