Rete, Civico 10 e Sinistra Unita attaccano la Csu: "Falsità sul referendum"

Rete, Civico 10 e Sinistra Unita commentano la presa di posizione della Csu, che sul referendum si è schierato con il no. “Le bugie raccontate – si chiedono – avranno mai fine?”.
Amarezza. E' il primo sentimento che la nota della Csu ha suscitato in Rete, Civico 10 e Sinistra Unita, schierati per il sì al referendum di domenica. E bollano dunque le affermazioni del sindacato come false. “La Csu – elencano le tre forze – dice che il referendum vuole cancellare un regolamento già previsto da una legge che risale a 20 anni fa. Falso: vuole cancellare una legge che permette al personale medico e non medico Iss di esercitare la libera professione. Non è poi vero che le norme non riguardano gli assistiti Iss, così come non è vero – continuano – che la libera professione va esercitata fuori dall'orario di lavoro. In molte parti dell'articolato infatti si leggono eccezioni”. E per quanto riguarda Fondiss, le opposizioni sottolineano come la Csu abbia affermato che: “La possibilità di allargare a soggetti dell'Unione Europea la gestione del secondo pilastro previdenziale è garanzia di maggior professionalità e abbassamento dei costi di gestione. Ma a San Marino – è l'obiezione – vi sono diversi soggetti autorizzati alle attività già previste dalla legge che ha istituito Fondiss: essendo queste attività autorizzate, si presume sia stata vagliata la professionalità prima di rilasciare le autorizzazioni del caso. E dove sta scritto poi – si domandano – che eventuali gestori esteri per forza garantiscano maggiore redditività?”. Infine, il controllo e la trasparenza a tutela di chi versa il fondo sottolineata dalla Csu, è parimenti falsa per le opposizioni: “Basti pensare – concludono – che le delibere del comitato non sono pubbliche, quindi zero trasparenza, tra l'altro il regolamento si riserva la possibilità di porre in atto deroghe al regolamento stesso senza dover rendere conto a nessuno. Sono due leggi pericolose – è l'ultimo commento – inique, e che avvantaggiano il privato a discapito del pubblico”.

Francesca Biliotti

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