Rete: Da cosa Pubblica a "Cosa nostra"
È tuttavia difficile non notare le contraddizioni della maggioranza nella campagna referendaria.
Ciò che sta succedendo in questi giorni sulla nomina del rettore in Università, evidenzia il loro modo di intendere la cosa pubblica: nulla di nuovo, i sammarinesi già lo sanno, ma vale la pena ripeterlo.
L'università la vedono come un terreno di affermazione politica, dove ognuno vuole i suoi uomini. La “cosa pubblica” diventa “cosa nostra”. Le affermazioni di Gatti, il nipote di quello vero, dovrebbero far rabbrividire: “ci saremmo aspettati che il senato accademico si confrontasse con il governo prima di decidere il rettore”, e “ci auguriamo che il nuovo rettore sia in linea con la visione del governo”.
A parte che piacerebbe anche a noi conoscere quale sia la “visione del governo”, dato che ce ne sono almeno due (e sono proprio quelle che si scontrano), preme evidenziare come per la DC l'università debba rispondere al governo, non a logiche scientifiche... universitarie, appunto.
Questa impostazione si ripete ovunque: ogni legge, per la DC, è un terreno di conquista con cui trovare nominare o favorire qualche amico (come la sorella del consigliere DC Ugolini, assunta per la gestione FONDISS, a carico dello Stato, senza alcuna esperienza).
E a difesa dei loro interessi clientelari, sventolano lo spettro terroristico dello sfascio del sistema: “Se vince il sì metteremo il ticket”, dicono, in chiaro stampo intimidatorio! Ma non dicono che già da diversi mesi insistono per inserirlo a prescindere... perché a loro non interessa che la sanità funzioni, che le pensioni reggano: a loro interessa continuare con le loro pratiche clientelari, per comprare voti “tot euro al chilo”, lasciare che gli amici aumentino i loro privilegi, mantenere l'impunità di ogni sopruso, nascondere nella segretezza ogni scelta pubblica, gestire gli affari che contano e rendono!
E allora invece di limitare come avrebbero dovuto, punendo in maniera esemplare chi trasgrediva le regole, chi svolgeva libera professione contro legge, decidono di tenersi buoni gli amici permettendo loro di fare di tutto.
Noi, naturalmente, ci auguriamo che vinca il sì ai due referendum, ma siamo sicuri che come ripicca successivamente alla vittoria del sì questa gente “la farà pagare” alla cittadinanza, perché come detto non gli interessa niente se i sammarinesi soffrono. Metteranno il ticket, elimineranno servizi oggi garantiti, siatene certi.
Ciò che deve cambiare è la logica di chi governa, e la si cambierà solo quando questo governo e i suoi peggiori rappresentanti non potranno più governare.
In quel momento si potrà scoprire che ci sono decine di milioni di euro risparmiabili sulle voci di bilancio scialacquate in favori agli amici, e quindi ci sono fondi da riversare nella sanità, che deve rimanere universale e gratuita. E si potrà scoprire che anche dai medici, come da chiunque altro, si può e deve pretendere fedeltà al servizio pubblico, e si può garantire professionalità e casistica con accordi con le strutture pubbliche del circondario.
Non credete al terrorismo che governanti al punto storico più basso inventano per intimidirvi: taglieranno ugualmente i servizi, come ugualmente aumenteranno -sta già succedendo- ogni tassa e ogni spesa per i cittadini.
In fondo c'è solo una garanzia: con loro, con la vecchia politica, il paese è destinato a sprofondare, e si salveranno solo gli amici degli amici. È giunto il momento di smettere di credere a promesse false, a clientele antiche, a chi dice una cosa e ne fa e pensa un'altra.
O il cambiamento vero e totale (con l'incertezza che comporta) o la sicurezza del fallimento del paese. A ognuno di noi la scelta.
Comunicato stampa Movimento R.E.T.E.- Rinnovamento Equità Trasparenza Ecosostenibilità