Chiunque si prenda la briga di dare un’occhiata alla prima bozza della finanziaria, si rende ben conto come non vi sia nulla in grado né di contenere la spesa corrente (che infatti aumenta) né di stimolare una qualche forma di sviluppo (che infatti langue). Ci si trova sbigottiti di fronte a una legge pre-elettorale, che serve unicamente a non prendere scelte impopolari che potrebbero essere controproducenti alle prossime, imminenti, elezioni.
Il governo decide di non decidere, che poi è la cosa che gli riesce meglio.
Un insieme di persone che nulla hanno a che fare l’una con l’altra, prive di un progetto univoco, tenute insieme solo dallo sputo della poltrona, decide di lasciare allo sbando il paese.
“Ma così si aggrava la situazione” obietterà qualcuno. Certamente, ma evidentemente non interessa a chi dirige (senza una direzione) il paese.
Il ragionamento, che qualche membro di maggioranza ci ha anche confessato, perché non si vergognano di niente, è il seguente: “In questa fase non possiamo fare scelte impopolari, chiedere sacrifici alla gente. Meglio aprire 32 milioni di mutui con le banche per pagare le spese correnti (cioè paghe e sprechi) che nel lungo periodo saranno disastrose ma nell’immediato non vengono percepite dalla cittadinanza. Se poi l’opposizione vorrà fare proposte impopolari, magari le accoglieremo, altrimenti meglio stare buoni”.
Tradotto: non ce ne frega niente delle sorti del paese, ma solo di rafforzare il nostro consenso e indebolire quello di chi vorrà porre rimedio alla nostra inerzia.
Verrebbe da chiedersi che senso abbia che resti in piedi un governo se il solo fatto di tenerlo in piedi ne blocca ogni scelta coraggiosa? Ma è solo un’altra delle tante contraddizioni sammarinesi.
Bene, non sappiamo cosa pensi il resto dell’opposizione (almeno quella che è rimasta, perché tra i vari travasi tra partiti e coalizioni è anche difficile comprendere il quadro) ma RETE farà la sua parte. Proporremo emendamenti di riduzione della spesa atti a reperire alcuni milioni di euro. Riduzione della spesa politica, degli sprechi, delle spese amministrative e burocratiche, senza incidere su nuove tassazioni o limitazioni degli stipendi (a parte quelli della dirigenza pubblica allargata e dei corpi diplomatici).
Non proporremo misure di promozione dello sviluppo per vedercele bocciare, trattandosi in tali casi di misure connesse a valutazioni politiche e strategiche che non sono conciliabili col conservatorismo di Bene Comune.
Chiederemo allo Stato di eliminare il ricorso al debito con le banche per finanziare le spese correnti e chiederemo di eliminare 2-3 articoli evidentemente clientelari.
Ma ribadiremo anche la richiesta di porre fine a questa agonia, di un governo sconclusionato privo di coraggio che rimane in piedi solo per non tornarsene a casa e che non si cura di correre il rischio di indebitare il paese pur di non scontentare nessuno e mantenere vivi i suoi interessi clientelari.
comunicato stampa
Movimento R.E.T.E.
Rinnovamento Equità Trasparenza Ecosostenibilità
Il governo decide di non decidere, che poi è la cosa che gli riesce meglio.
Un insieme di persone che nulla hanno a che fare l’una con l’altra, prive di un progetto univoco, tenute insieme solo dallo sputo della poltrona, decide di lasciare allo sbando il paese.
“Ma così si aggrava la situazione” obietterà qualcuno. Certamente, ma evidentemente non interessa a chi dirige (senza una direzione) il paese.
Il ragionamento, che qualche membro di maggioranza ci ha anche confessato, perché non si vergognano di niente, è il seguente: “In questa fase non possiamo fare scelte impopolari, chiedere sacrifici alla gente. Meglio aprire 32 milioni di mutui con le banche per pagare le spese correnti (cioè paghe e sprechi) che nel lungo periodo saranno disastrose ma nell’immediato non vengono percepite dalla cittadinanza. Se poi l’opposizione vorrà fare proposte impopolari, magari le accoglieremo, altrimenti meglio stare buoni”.
Tradotto: non ce ne frega niente delle sorti del paese, ma solo di rafforzare il nostro consenso e indebolire quello di chi vorrà porre rimedio alla nostra inerzia.
Verrebbe da chiedersi che senso abbia che resti in piedi un governo se il solo fatto di tenerlo in piedi ne blocca ogni scelta coraggiosa? Ma è solo un’altra delle tante contraddizioni sammarinesi.
Bene, non sappiamo cosa pensi il resto dell’opposizione (almeno quella che è rimasta, perché tra i vari travasi tra partiti e coalizioni è anche difficile comprendere il quadro) ma RETE farà la sua parte. Proporremo emendamenti di riduzione della spesa atti a reperire alcuni milioni di euro. Riduzione della spesa politica, degli sprechi, delle spese amministrative e burocratiche, senza incidere su nuove tassazioni o limitazioni degli stipendi (a parte quelli della dirigenza pubblica allargata e dei corpi diplomatici).
Non proporremo misure di promozione dello sviluppo per vedercele bocciare, trattandosi in tali casi di misure connesse a valutazioni politiche e strategiche che non sono conciliabili col conservatorismo di Bene Comune.
Chiederemo allo Stato di eliminare il ricorso al debito con le banche per finanziare le spese correnti e chiederemo di eliminare 2-3 articoli evidentemente clientelari.
Ma ribadiremo anche la richiesta di porre fine a questa agonia, di un governo sconclusionato privo di coraggio che rimane in piedi solo per non tornarsene a casa e che non si cura di correre il rischio di indebitare il paese pur di non scontentare nessuno e mantenere vivi i suoi interessi clientelari.
comunicato stampa
Movimento R.E.T.E.
Rinnovamento Equità Trasparenza Ecosostenibilità
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