RETE su indagine Chalet: più che chalet sembra una fogna
L’indagine infatti scopre con forza tutti i punti deboli della nostra economia e delle nostre istituzioni: i giri di false fatturazioni, i mancati controlli, la discrezionalità delle nomine del corpo diplomatico, le opacità della politica sammarinese, le tangenti.
Brevemente, l’operazione della Guardia di Finanza ha portato all’arresto con l’accusa di aver fatto parte dell’associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, tra gli altri, anche William Colombelli, Console a disposizione per San Marino e Presidente della sammarinese Bmc Broker che, a partire dal 2005, ha emesso fatture false per oltre 20 milioni di euro (di cui la metà già prescritte). La Guardia di Finanza ha scoperto che Colombelli, grazie all’attività illecita svolta, poteva vantare – a fronte di un reddito annuo dichiarato di circa 12mila euro (al di sotto della soglia di povertà) – un tenore di vita lussuoso, con il possesso di due barche (14 e 6 metri), numerose auto e moto di lusso, appartamenti di pregio sul lago di Como, a Madesimo e a San Marino, oltre a una collezione di numerosissime armi.
Dalle ultime dichiarazioni ai giudici di un’altra arrestata (Claudia Minutillo, ex assistente dell’ex Ministro Giancarlo Galan – ex amante e ex socia di Colombelli), risulta anche che Colombelli utilizzasse il proprio passaporto diplomatico, e quindi la propria immunità diplomatica, per muovere i fondi neri. Il sospetto degli inquirenti, si apprende dalla stampa, è che i soldi versati a Bmc e prelevati in contanti dallo sportello (quasi 18 milioni di Euro in sei anni), fossero fondi neri impiegati per pagare tangenti.
Questo squallido teatrino ci fa ripiombare implacabilmente in quanto di più vecchio, stantio e intollerabile questa Repubblica ha da offrire. La San Marino che non ci piace e che non ci rappresenta. Per quanto in queste indagini San Marino possa essere stato collaborativo con la GdF italiana e abbia subito sospeso l’incarico a Colombelli, episodi come questo hanno il magico potere di farci vergognare del nostro paese. E piuttosto che limitarci a essere collaborativi quando tali episodi ormai sono accaduti, non sarebbe meglio attrezzarsi per evitarli? Non sarebbe meglio mettere un freno alla discrezionalità e spesso alla superficialità con cui vengono dati incarichi diplomatici a destra e a manca?
E in questo caso, perchè non è suonato nessun campanello di allarme quando il Governo ha:
- conferito l’incarico diplomatico a William Colombelli con delibera n. 7 del 09 maggio 2005
- concesso il nulla osta a Colombelli e Claudia Minutillo per la costituzione di una società finanziaria denominata FINANZIARIA INFRASTRUTTURE S.A. con delibera del 27 dicembre 2005 n. 106
Non suona un po’ strano che una persona appena nominata Console abbia come primo tra i pensieri quello di aprire una società a San Marino? Per di più una finanziaria? Non intendiamo fare un processo alle intenzioni, ma a noi questo binomio sembra un po’ pericoloso, anche visti altri casi.
Già in passato infatti il nostro ex Ambasciatore in Libia, Luca Bruscoli, aveva opposto il suo passaporto diplomatico al giudice sammarinese che aveva disposto una perquisizione nelle finanziarie PradoFin e FinProject di cui era rispettivamente presidente e consigliere (come riportato puntualmente dal quotidiano “L’Informazione”).
Oltre a limitarsi a togliere l’incarico diplomatico, sarebbe il caso di prendere provvedimenti più seri, che chiamino in causa i politici che nominano i nostri rappresentanti diplomatici e che, per le loro collusioni o per semplice superficialità, danneggiano l’immagine e (le finanze!) della Repubblica, oltre che l’onorabilità dei loro colleghi diplomatici che in molti casi sono anche persone serie e preparate.
Anche in questo caso: regole ben definite, controlli preventivi, controlli a posteriori e certezza della pena.
Se almeno questi quattro punti fossero ben chiari e acquisiti, probabilmente sarebbero meno i questuanti, alla porta della Segreteria Esteri, a elemosinare un incarico diplomatico.
Comunicato stampa Movimento civico RETE