Rete: indagini magistratura, "14 milioni di motivi per andare avanti"
Fatto sta che oggi i giornali locali e italiani ci parlano dell’arresto di Podeschi e della sua compagna Baruca Biljana per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, e di verifiche bancarie che hanno portato a un sequestro di denaro, fondi, proprietà riconducibili agli indagati per un ammontare di 14milioni di euro. Un’enormità per un paese piccolo come il nostro. Forse è anche per questo che la notizia dell’arresto oltre ad accendere un senso di speranza nel lavoro della magistratura, dà spazio al tempo stesso ad un senso di disorientamento e amarezza. Amarezza che diviene rabbia ed esplode all’ennesima potenza rileggendo la dichiarazione dei redditi del candidato DC Claudio Podeschi alle elezioni del 2008: un reddito annuo di € 11.558,00 (e partecipazioni in Daste Solar srl, Banca di San Marino e Banca Agricola Commerciale). Elezioni che lo hanno addirittura premiato affidandogli l’incarico di Segretario di Stato per la Sanità.
Se c’è qualcosa di peggio dell’assenza trasparenza è la falsa trasparenza, e le false leggi che sanciscono la falsa trasparenza in nome delle quali la Repubblica di San Marino si autoproclama paese virtuoso.
Ma il problema non è tanto che qualcuno voglia furbescamente approfittarsi del sistema e fare i propri interessi, di persone disoneste è pieno il mondo! Quello che fa più paura è tutto il contorno di clienti, galoppini, servi e servetti che hanno reso possibile l’affermazione di queste persone, la loro ascesa politica. Fanno paura i partiti che invece di contenere e stigmatizzare queste persone le premiano e le assurgono a loro rappresentanti; fanno paura i tantissimi Ponzio Pilato che di fronte a segnalazioni e denunce preferiscono lavarsene le mani e godersi in pace lo stipendio a fine mese. Fa paura una società che premia i furbi e ammicca a chi, neppure tanto velatamente, fa sfoggio delle proprie ricchezze accumulate in modi poco chiari.
Onestamente, noi non crediamo affatto alla favola e al finto stupore di coloro che ora ci vogliono raccontare che non ne sapevano niente e che “sarebbe una grossa delusione se tutto venisse confermato” (citando il Segretario DC Marco Gatti). Non è più tempo di fingere che va tutto bene, non è tempo di fingere che il caso di Podeschi sia un caso isolato, una scheggia impazzita. Crediamo invece, come abbiamo più volte denunciato, che la ragnatela sia fittissima e gli interessi incrociati tra i partiti siano un cancro da estirpare una volta per tutte. Chi sa deve parlare, e noi ci auguriamo che lo faccia presto. Così finalmente potremo ricominciare da zero, perché è zero quello che ci rimarrà una volta che il castello di carte sarà definitivamente crollato.
Comunicato stampa Movimento R.E.T.E