Rete: "Licenze alle imprese: il governo dà, il governo toglie (e Belluzzi?)"

Rete: "Licenze alle imprese: il governo dà, il governo toglie (e Belluzzi?)".
Ed ecco che al grido di “trasparenza e cambiamento” il governo di Bene Comune, o quello che ne è rimasto, continua a fare esattamente quello che ha sempre fatto ovvero pubblicità ingannevole. Sarà che tira aria di elezioni, sarà che si cerca di segnare qualche punto da poter spendere con gli elettori, ma questa ansia da prestazione produce effetti devastanti. Altrimenti non si spiega l’intervento di Marco Arzilli (Noi Sammarinesi) che dall’alto della Segreteria Industria preannuncia la fine del potere concessorio: il potere del Congresso di stato di rilasciare e revocare alcune tipologie di licenze. Ma tra il dire il fare c’è di mezzo il mare. O un oceano, in questo caso. Anche perché lo stesso Arzilli che sui giornali pubblicizza la necessità di cancellare il potere concessorio è la stessa persona che, appena ne ha avuto l’occasione, lo ha abbondantemente ampliato. Proprio lui infatti, insieme ai suoi colleghi del Patto per San Marino prima e di Bene Comune poi, ha emanato decreti delegati che definivano i nuovi settori per cui è necessario il nulla osta del governo.
– Appena insediato, a febbraio 2009, Arzilli decide che le “attività economiche nel settore della vigilanza privata, effettuata anche attraverso l’uso di tecnologie, e della investigazione privata” devono avere l’ok del governo se vogliono operare.
– Pochi mesi dopo, stessa storia anche per le attività economiche di noleggio senza conducente (Arzilli aggiunge anche quelle CON conducente) e commercializzazione nel settore merceologico dei veicoli, imbarcazioni ed aeromobili.
– Nel 2011 poi, Arzilli vuole che passino al vaglio del Congresso anche le attività economiche di servizio, di carattere non finanziario, per il recupero crediti e addirittura le attività nel settore dei rottami ferrosi.
– Arriviamo al 30 dicembre 2013, e festeggiamo la fine dell’anno con un nuovo decreto in cui Arzilli stabilisce altre tipologie di settori “sensibili” per cui risulta indispensabile il nulla osta: le attività di commercio all’ingrosso di bibite e liquori, pellicce, telefoni e preziosi. In questo caso prevede anche che il nulla osta serva sia per l’avvio di nuove attività che per la modifica delle licenze già esistenti.
– Fino ad arrivare al 30 settembre 2014, data in cui il governo si auto-concede potere di vita e di morte anche sulle “attività economiche connesse all’erogazione di corsi di istruzione e formazione finalizzati al conseguimento di titoli di studio aventi valore legale o propedeutici al loro ottenimento”.
Per questo le dichiarazioni di Arzilli stridono come unghie su una lavagna.
“I settori non liberalizzati sono ormai molto pochi e molto particolari” ha dichiarato in un comunicato. Peccato che tutti i settori sopraccitati – da lui voluti – vadano ad aggiungersi a quelli già previsti dal decreto 116/2007 che elenca ben 14 tipologie di licenze per cui è necessario il nulla osta del governo. E non sono poche: dalle telecomunicazioni all’edilizia, fino a immobiliari, armi, rifiuti ecc. Tutti settori, sarà una coincidenza, per cui San Marino è conosciuto a livello internazionale come protagonista di truffe, raggiri, riciclaggio e affari poco edificanti di vario genere. Questo perché il nulla osta del Congresso di Stato non corrisponde affatto ad una garanzia di affidabilità delle aziende, come ci è stato sempre raccontato. Al contrario, toglie le responsabilità che dovrebbero spettare a dirigenti pubblici (al dirigente dell’ufficio Industria ad esempio, che già si occupa di tutti gli altri tipi di società) per frammentarle in capo a nove Segretari di Stato che cambiano ad ogni tornata elettorale. Con il risultato che poi, queste responsabilità, si volatilizzano e non sono più riconducibili a nessuno. Chi si prende la responsabilità per Finanziaria Infrastrutture dell’ex console Colombelli ad esempio, utilizzata per il passaggio di fatture false? Eppure il Congresso aveva dato il proprio benestare e aveva addirittura nominato Colombelli diplomatico.
Detto questo, saremmo veramente molto contenti se si riuscisse a superare la discrezionalità totale del Congresso di Stato nel rilascio delle licenze, e appoggeremo Arzilli se porterà proposte in questo senso.
Ciò non toglie che continuiamo a non capire che bisogno c’è di dire basta al sistema concessorio dal palco dell’Anis salvo poi emanare, appena due mesi dopo, un decreto che lo amplia.
E forse sarebbe il caso di spiegarlo anche a Iro Belluzzi (PSD), che durante il Consiglio Grande e Generale del 29 settembre scorso ha spensieratamente dichiarato “il potere concessorio è un ricordo del passato”.
Chissà come sarà rimasto male il giorno dopo, quando il governo ha emanato il decreto che estende ulteriormente proprio questo potere! Forse, caro Belluzzi, è ancora troppo presto per sfogliare l’album dei ricordi….

Comunicato stampa Movimento Rete

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