Rete: lotta ai disonesti, depositato pdl su riscossione dei mancati versamenti contributivi
Il movimento denuncia un buco di almeno 15 milioni di euro che ricade sui cittadini. “Al Paese servono risposte” - dicono, sicuri che il tema accenderà la discussione in Consiglio
2593 soggetti non effettuano versamenti in gestione separata per un ammanco di circa 5 milioni e 200mila euro; 423 i co.co.pro che non dichiarano nulla pur venendo rinnovati di anno in anno; 417 i Codice Operatore Economico che non versano da almeno 3 o almeno 6 mesi negli ultimi 5 anni per circa 7 milioni e 200 mila euro; nello stesso arco di tempo mancano i versamenti per 2 milioni e 100mila euro anche di 195 lavoratori autonomi. Un buco totale di 15 milioni, “a farne le spese, la collettività”.
Dati riferiti al primo pilastro - ma altrettanti soggetti pare non versino nemmeno in FondISS - forniti dalla Segreteria Sanità in risposta ad una interpellanza di Rete e che hanno spinto il movimento a depositare un progetto di legge che mira proprio alla “revisione delle procedure di riscossione delle posizioni iscritte a ruolo per mancati pagamenti contributivi”.
“Abbiamo voluto essere estremamente pragmatici – dice Daniela Giannoni – dando gli strumenti per velocizzare le riscossioni e creare un deterrente”. Una priorità per Rete, il Paese ha bisogno di risposte. “La palla passa ora a Governo e maggioranza, che al momento però – osserva Emanuele Santi – sembrano più impegnati a dividersi le poltrone”.
Il pdl vuol essere la risposta di Rete all'inadempienza sulla materia della Segreteria Finanze rispetto agli impegni previsti nella Riforma previdenziale. “I dati li abbiamo avuti a maggio, - spiega Andrea Giani - ci siamo attivati, presentando nell'assestamento di bilancio emendamenti, poi bocciati. Questa – rileva - è una delle ragioni per cui Rete si è sfilata dal Governo”. L'appello è ad un sistema equo “per non creare dinamiche di concorrenza sleale”. “Se i contributi non vengono riscossi c'è complicità” - scandisce Marino Antimo Zanotti che trova inappropriato parlare di furbetti, “sono criminali” – obietta.
Tra le distorsioni da colmare, anche “piani di rientro – osserva – che implicano che un soggetto debba vivere 100 anni”. E poi i casi di operatori disonesti, che pur non versando, “continuano ad usufruire di prestazioni Iss gratuite”.
Un tema trasversale che accenderà – sono sicuri – la discussone in Aula anche in questa fine legislatura. “Pensiamo non tutti assecondino la Dc” - chiosa Santi.
Nel video l'intervista a Emanuele Santi, segretario Rete.
[Banner_Google_ADS]