Rete: "Ombra... su ombra"
Come se non bastasse, scappa fuori di nuovo il nome della E-Vox, la società amministrata da Marco Gatti, finita l’anno scorso sui giornali di mezza Italia in seguito alle indagini delle Procure di Napoli e Forlì, che ipotizzavano un’associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e al riciclaggio e truffa ai danni dello Stato italiano attraverso un complesso sistema di frode carosello. Una truffa che coinvolgeva sette paesi e personaggi già arrestati per collegamenti con clan mafiosi “Marco Gatti, nella sua qualità di amministratore della E-Vox -viene scritto negli atti- ha agito col dolo specifico di consentire alla Project spa l’evasione dell’Iva e dell’Ires” si leggeva sui giornali a dicembre 2013.
Il Corriere di Novara, in un articolo di ottobre 2014 dedicato a una frode internazionale da 700 milioni scoperta dalla Guardai di Finanza, ci dice oggi che “Nelle carte degli inquirenti, come presunta referente sammarinese, ci sarebbe il nome della E-Vox, una società a quanto pare amministrata da un politico locale di primo piano, finito sotto inchiesta con le ipotesi di associazione a delinquere e utilizzo ed emissione di fatture inesistenti. Ma del filone sammarinese sembra si stia occupando anche la magistratura svizzera: risulta abbia sequestrato una cassetta di sicurezza e interrogato, per rogatoria, lo stesso noto politico (che avrebbe respinto ogni addebito)”. Guarda caso l’interpellanza firmata da alcuni membri di opposizione per chiedere di fare luce sulla posizione di Marco Gatti è stata respinta proprio ieri, ma noi continuiamo a richiedere spiegazioni all’interessato. Pretendiamo chiarezza sulla sua posizione rispetto a queste indagini e pretendiamo di sapere, una volta per tutte, se il politico tirato in ballo sia effettivamente Marco Gatti. Già l’anno scorso avevamo chiesto le sue dimissioni per il caso Fil Rouge, poi nuovamente per E-Vox. Il suo partito invece lo aveva premiato votandolo come Segretario.
A breve ci sarà di nuovo il Consiglio: dovremmo parlare di Decreti come se nulla fosse? O dovremmo concentrarci sulla legge dell’editoria o su quella delle “cose ritrovate”? Oppure soffermarci ad approfondire l’Accordo con l’Uganda o col Venezuela, o gli emendamenti adottati a Kampala?
Dovremmo mantenere il silenzio, facendo finta che sui nostri interlocutori, quelli che dovrebbero rappresentare il “Bene Comune” , gravano accuse pesantissime e non chiarite? Dovremmo accettare anche il silenzio dei compagni di banco di costoro, o peggio ancora le arringhe di chi utilizza l’aula consiliare come un’aula di tribunale, in cui proteggere i propri clienti gridando alle congiure di palazzo?
Non stiamo al gioco di quest’omertà e della fittizia libertà di un’aula consigliare che attraverso le accuse diffamanti ed il silenzio viene esautorata di ogni dignità democratica.
La politica su due piani e su due livelli, delle scelte prese nelle segrete stanze, deve essere eliminata per lasciare il posto alla politica che si occupi davvero delle priorità del paese.
Se è vero che in aula si continuava a discutere leggi e normative, mentre dall’altra parte c’era chi veniva interrogato attraverso una rogatoria internazionale su truffe, frodi fiscali milionarie e rapporti con la camorra, vogliamo sapere il suo nome e pretendiamo quantomeno il suo allontanamento dall’aula e le sue immediate dimissioni dal Consiglio.
Comunicato stampa Rete