Rete: Organismi a nomina consigliare, troppi e spesso poco utili!
Sono diverse decine le commissioni, authority, CdA ecc che i partiti nominano. Oramai non c'è legge che, per qualsiasi motivo, non ne istituisca di nuovi.
Le commissioni hanno sempre un costo: se non un costo diretto, in termini di gettoni di presenza, almeno indiretto (permessi retribuiti per dipendenti PA, utilizzo di spazi pubblici ecc).
In Consiglio pende da diverso tempo un Ordine del giorno che richiedeva proprio la revisione del numero delle commissioni e del numero dei componenti delle stesse, ma il governo esita. Esita perché per quanto per lo più inutili e non operative, tali commissioni configurano un “contentino” per simpatizzanti e amici, un “ruolo” da offrire a chi sostiene il partito: alcune commissioni a fronte di pochi giorni di impegno all'anno, garantiscono emolumenti tutt'altro che esigui.
Intanto centinaia di persone vengono occupate a perder tempo, la struttura istituzionale diviene sempre più elefantiaca e ci si perde, centinaia di persone voteranno per ringraziare dei favori ricevuti.
E' in questo contesto che RETE, che complessivamente ha rappresentanti in 8 commissioni, ha deliberato le dimissioni e la non sostituzione di suoi aderenti da due commissioni (sulle 8 di cui fa parte), mentre la decisione di abbandonare una terza commissione verrà presa definitivamente entro lunedì.
Le commissioni da cui usciamo immediatamente e non nomineremo alcun sostituto sono:
La “Commissione per la Cooperazione”, membro Grazia Zafferani, riunitasi una sola volta dal 2012 (a meno che Grazia non sia stata volutamente mai interpellata). La commissione non prevede gettoni di presenza.
La “Authority per le pari opportunità”, membro Michele Pazzini, la cui attività si sovrappone con quella della “Commissione per le pari opportunità”. L'Authority non prevede gettoni di presenza, si riunisce con molta assiduità, ma ai suoi lavori non viene dato peso. Non ha una sede, non ha fondi, avrebbe a disposizione competenze che però non vengono valorizzate. Sarebbe bene fare un unico organismo, unendo Authority (composta di 3 membri) e Commissione (composta di 8 membri). Basterebbe un unico organismo con massimo 5 membri scelti per competenza (cosa attualmente prevista per l'Authority ma non per la Commissione). Il tema trattato è molto complesso, delicato, importante. Non si può affrontarlo con vincoli ideologici. Pari opportunità significa che non ci devono essere cittadini di serie A e di serie B, cosa che questo governo, invece, ritiene di dover protrarre.
La lettera di dimissioni di Michele Pazzini, che pubblicheremo integralmente nel numero di febbraio del mensile “C'era una Svolta”, è un appello accorato a tutela delle pari opportunità. Ci spiace che sia uscito qualche contenuto non autorizzato sui giornali sammarinesi, che ne hanno volgarizzato il contenuto, in verità molto toccanti. Chi vuole approfondire può richiederci di ricevere gratuitamente a casa il nostro mensile.
La commissione in merito a cui decideremo entro lunedì se abbandonare è invece la “Commissione per le politiche giovanili”, membro Stefania Balducci, di cui sono state fatte le nomine nel gennaio 2013 ma non è mai stata ufficialmente istituita perché non esiste più il Forum dei giovani, che dovrebbe nominare due membri al suo interno. La commissione non prevede gettoni, in questi anni alcuni dei suoi membri si sono riuniti molto spesso, ma non è mai stato raggiunto il numero legale perché i suoi membri non partecipano. È dunque in una situazione di stallo, e desta ovviamente poco interesse sia nella Segreteria che dovrebbe seguirne i lavori, sia come detto anche nei suoi componenti.
Meglio lasciar perdere questa commissione e darsi da fare per auto-organizzare i giovani al di fuori dalle istituzioni, che non fanno altro che annichilirne la volontà di partecipazione".
comunicato stampa
Movimento R.E.T.E.