Rete: un progetto di legge per promuovere la trasparenza di redditi e patrimoni dei politici

Rete: un progetto di legge per promuovere la trasparenza di redditi e patrimoni dei politici.
È oramai chiaro a tutti che la classe politica di questo paese, ha per lunghi anni sfruttato il suo ruolo e il suo potere per arricchirsi a livello personale o per truccare il voto alle elezioni.
Ora, mentre si affaccia l'ipotesi di un grande mega-governo in cui tutti, o quasi, si uniranno amorevolmente per evitare di doversene tornare a casa, crediamo sia il momento più opportuno per discutere la proposta di legge che il nostro movimento ha depositato 13 mesi fa (19 giugno 2013).
Fortunatamente dopo 13 mesi la proposta è stata inserita nell'ordine del giorno del prossimo Consiglio, nonostante la legge stabilisca che si sarebbe dovuta discutere entro 4 mesi, e sperando che si arrivi a discuterla (perché ovviamente il governo l'ha voluta inserire fra gli ultimi punti), intendiamo qui dare brevi cenni per spiegarla alla cittadinanza..
La proposta di legge in questione propone la trasparenza sui redditi e i patrimoni dei politici. Si tratta di un unico articolo, composto di 4 commi che si inseriscono nella legge elettorale e introducono 4 principi:
1) Aggiungere l'obbligatorietà di dichiarare, oltre ai redditi, anche i patrimoni di cui si è in possesso
2) Disponibilità a ricevere accertamenti straordinari rispetto ai redditi, i patrimoni, le partecipazioni dichiarate, e l'introduzione di conseguenze civili nel caso si accertino false dichiarazioni
3) Dichiarazione pubblica dei propri conti correnti, anche se all'estero, e delle cifre ivi depositate. Introduzione di conseguenze civili nel caso si accertino false dichiarazioni
4) Obbligatorietà di indicare la provenienza di qualsiasi movimento di danaro che superi la soglia di €10,000
Proviamo a pensare alle dichiarazioni dei redditi prima delle elezioni: c'è chi dichiara 10.000 euro lordi l'anno, poi però si lamenta che il gettone consiliare è troppo basso e quindi ci rimette... senza contare che ad oggi i gettoni consiliari consentono a chi guadagna fino a 2.250 al mese di non rimetterci nulla alla fine dell'anno.
Pensiamo a Claudio Podeschi che dichiarava 11.500 euro nel 2008...
Qualcuno potrà pensare (effettivamente alcuni in aula, a dicembre quando abbiamo presentato un emendamento alla finanziaria in questa direzione, ce lo ha proprio detto) che si tratti di un intervento punitivo verso i politici. Niente di più sbagliato.
Nella vicina Italia, da tempo è in vigore una norma che prevede proprio questi interventi, perché chi siede in Consiglio deve essere pienamente trasparente.
E pagare salato quando mente ai propri concittadini!

Comunicato stampa Movimento Rete

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