Aziende che aprono a San Marino sfruttando sgravi per poi chiudere col buco: Rete dice basta e riaccende i riflettori sull'Azzurro. Non sono bastate due interpellanze, “la questione – accusa – è passata sotto traccia”. Perché quei debiti da mezzo milione di euro da parte di attività che fanno capo agli stessi due titolari che hanno riaperto fuori confine, proprio non vanno giù a Ciavatta e i suoi. Si chiede a Banca Centrale di agire nell'immediato pignorando immobili e allo Stato di creare le condizioni per tutelarsi. Rete poi si infervora parlando di un sondaggio “che si è diffuso come un virus” fra la cittadinanza. “Sparge menzogne contro di noi” – accusa – lasciando intendere che il movimento stia remando contro il Polo della Moda in barba all'esito del referendum. “La decisione dei cittadini è sacra” dicono Ciavatta, Tonnini e Forcellini, che tornano a ribadire: “il cantiere deve partire al più presto”. La rabbia sale, Rete è pronta a scommetterci: “dietro c'è la mano di qualche politico sammarinese”. E' già stato incaricato un avvocato di diffidare e verificare se ci siano le condizioni per la diffamazione. “Se è questa la strada della campagna elettorale - dice Roberto Ciavatta - siamo pronti alla guerra”.
Nell'intervista Roberto Ciavatta di Rete
Monica Fabbri
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