Rete riflette sulla strategia politica; Civico Dieci dice no al "mucchione a guida Dc" e spera che qualcuno esca dalla maggioranza
Concorda Luca Lazzari: “siamo 14 consiglieri, se dovessimo andare alle urne tra pochi mesi potremmo arrivare a 18, o anche a 20, diventare il nucleo per l'alternativa e polo d'attrazione per l'anima critica dei partiti tradizionali”. Non sono i soli ad essere convinti che una coalizione fra Rete e Cittadinanza Attiva sia in grado di far tremare chi governa, e c'è anche la consapevolezza che servono accordi in grado di strappare una vittoria alle prossime elezioni. “Non è più tempo per il paese di fare solo testimonianza" – dice Andrea Zafferani di Civico Dieci. C'è un tavolo delle forze riformiste. Zafferani, però, vuole che sia chiaro: non è un modo per entrare in maggioranza. “Il progetto di un mucchione guidato dalla Dc non ha senso ” – spiega. Anzi, c'è la volontà di contrastarlo. E anche lui apre a chi, nella maggioranza, non vuole sostenere questa logica. “Speriamo che qualcuno esca - dice – ma non vogliamo i riciclati dell'ultima ora, solo gente credibile che non abbia avuto responsabilità nella gestione passata”. Parola d'ordine per il futuro: rinnovamento nei posti di comando e riforme concrete. E Rete? “Un interlocutore per noi, forse il principale”. Ma qualunque sia il percorso deve partire da una premessa: Cittadinanza Attiva non si tocca. Rete proprio ieri si è riunita in un'assemblea molto partecipata. Tema principale: la strategia politica, sulla quale ci saranno altri incontri. Ma sull'esito un laconico no comment. Il movimento non vuole scoprire le carte.
Monica Fabbri