RF elenca le contraddizioni di Rete e Mdsi: "Ora che sono al Governo accettano supinamente il debito estero"
Repubblica Futura ribadisce: "Le esenzioni alle banche per la patrimoniale sono inique nei confronti dei cittadini che hanno già pagato"
Repubblica Futura incalza il governo sulle politiche economico-finanziarie e punta il dito contro Rete per le contraddizioni rispetto a ciò che diceva quando era all'opposizione, a partire dalla conversione in debito estero dei 350 milioni di debito interno.
“Ottenere risultati peggiori di questi in tre settimane sarebbe stato impossibile per qualsiasi maggioranza”. Ad affermarlo il capogruppo di Repubblica Futura Nicola Renzi che insieme al consigliere Andrea Zafferani ha tenuto una conferenza stampa mettendo in evidenza quelle che ritengono essere forti contraddizioni, in particolare, da parte di Rete ed Mdsi, rispetto a quando si trovavano all'opposizione: “Il Segretario alle Finanze ci ha detto che vorranno riconvertire il debito attualmente interno, in debito estero. Una cosa - dichiara Zafferani - su cui soprattutto Rete e Mdsi sbraitavano in maniera notevole nella passata legislatura ed oggi sembrano aver accettato supinamente”.
Critiche anche al Segretario alle Finanze Gatti per non aver chiarito le modalità con cui si intende compensare il minor gettito della patrimoniale per le società e le banche, che nella sua versione originaria avrebbe dovuto incassare 2.700.000 euro. Oltre a ciò Repubblica Futura parla di disparità di trattamento tra banche e normali cittadini: “E' evidente che questa scelta – prosegue Zafferani – impedisce di andare a ridurre la massa di credito di imposta delle banche ed anche di mettere in circolazione beni immobili a prezzi più bassi. In ultima analisi crea una fortissima iniquità nei confronti dei cittadini che invece hanno pagato la patrimoniale, senza esenzioni”.
Per Nicola Renzi la riunione della Commissione Finanze, preparatoria degli incontri di questi giorni col Fondo Monetario, non ha prodotto alcun risultato utile. Afferma inoltre di non aver ricevuto risposte in commissione finanze su una circostanziata serie di problemi che affliggono il settore economico- finanziario, compreso il dossier “Cassa di Risparmio”. Un'implicita sfida a smontare il bilancio da “– 534 milioni” contestato dalle allora opposizioni, oggi maggioranza “nonostante – ha detto Renzi - fosse stato validato da sette società di revisione”.