Rf su rinvii a giudizio: "Ci auguriamo che le persone coinvolte non escano impunite come nel Conto Mazzini"
Anche Repubblica Futura commenta i rinvii a giudizio dell'ex presidente di Cassa di Risparmio Romito e degli ex consiglieri del Cda, Cartanese, Borri e Colella con una serie di considerazioni. “Siamo contenti – scrive Rf - che la verità stia venendo a galla, fermo restando quanto emergerà nel corso dei processi”. E poi la stoccata: “Nessuno, ci auguriamo, si adopererà con leggine, interpretazioni e nomine di comodo affinché i processi vengano bloccati e le persone coinvolte ne escano impunite, - rimarca Rf - come purtroppo accaduto sul Conto Mazzini per effetto dell'azione dell'attuale maggioranza; di certo non noi”.
La forza di opposizione compie quindi un lungo excursus sul periodo, fra inizio del 2016 e seconda metà del 2017, che ha visto “imperversare in Repubblica la Confuorti-band”, “portata a San Marino – viene evidenziato - dal vecchio Governo a guida Dc-Psd. In Congresso di Stato, - ricorda Rf - l'unica a opporsi alla nomina di Grais fu Antonella Mularoni, la rappresentante della allora Ap”. Repubblica Futura fa notare inoltre che “quella banda fu cacciata da San Marino nell'Agosto del 2017 da adesso.sm, dopo soli otto mesi dall'insediamento del Governo. Qualcuno – ammette Rf - dirà che otto mesi sono stati troppi, e può essere vero. Ma chiunque legga lo Statuto di Banca Centrale (ancora immutato), sa che non è facile azzerare una struttura dove si è insediata una banda ben organizzata che ne ha occupato tutti i vertici. Tuttavia, se resistenze al cambiamento esistevano, non erano certo di RF”.
No inoltre alla "narrazione" sui famigerati “Decreti fatti sotto dettatura della Confuorti-band, consigliamo – sostiene il partito - di andare a rileggere la reazione della stessa Confuorti-band rispetto alla versione finale di quei testi, riportata nell'ordinanza-Morsiani: non fu certo una reazione di apprezzamento, tutt'altro”. “Come rappresentanti di quel Governo, - conclude Rf - abbiamo poco da rinnegare rispetto a quanto fatto in quegli otto mesi. Sicuramente avremmo dovuto essere più cauti nelle dichiarazioni pubbliche, spesso a sostegno dell'autonomia di Banca Centrale, ma ognuno di noi ha assolutamente la coscienza pulita. Crediamo che tanti altri, che oggi pontificano, dovrebbero farsi un bell'esame di coscienza e spiegare perché li hanno portati qua. Ma siamo sicuri che questo esame non avverrà mai”.
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