Riflessioni estive 2 - Editoriale del Dg Carlo Romeo
L'estate sta finendo e qualche altra riflessione può servire. Estate calda, caldissima e non solo per il clima torrido che ha battuto tutti i record, se ci si fida dei meteorologi. Caldissimo in Italia, ma anche a San Marino - dove, in Città, l'estate è solitamente più clemente. Anche sul Monte la temperatura istituzionale è salita di qualche grado oltre il livello di guardia.
In Italia la velocità ormai patologica dei social sta condizionando pesantemente la politica, tanto da stravolgere completamente gli scenari di primavera. Una alleanza di governo, che già traballava di suo - nonostante la buona volontà di un apparentemente improbabile premier, che invece ha dimostrato di avere stoffa per mediare una situazione da artisti del trapezio - è finita in mille pezzi, con tanto di botto finale, secondo la migliore tradizione dei fuochi artificiali di fine stagione. Con l'intervento finale di Conte in Parlamento, insomma, è finita a pesci in faccia - per dirsela tutta. Lo stile parlamentare purtroppo anche questa volta si conferma non essere più quello della Prima Repubblica, che aveva tanti difetti, ma che sul galateo d'aula potrebbe essere ottima maestra oggi. Il che è valido non solo in Italia, a ben vedere, è quello che succede un po' ovunque.
Tornando a noi... Grillo che entra ed esce quotidianamente dalla scena politica, come se fosse nella porta girevole impazzita di un grand hotel; Salvini che, se avesse avuto modo di ascoltare la saggezza africana, saprebbe che se vuoi andare veloce devi andare da solo, ma se vuoi andare lontano devi andare in gruppo; un Pd e un centrodestra in cerca di identità e di spazi di manovra eccetera. Così la situazione ricade - come è giusto che sia - sul Quirinale, che la bussola la mantiene fissa sul rigore istituzionale. Cosa succederà la settimana prossima? Personalmente, credo che nonostante le più complesse previsioni, non lo sappia ancora nessuno. Vero è che si balla sull'orlo del vulcano perché la finanziaria autunnale non consente errori, con il fantasma dell'aumento dell'Iva che sta lì come l'ombra di Banco nell'Amleto.
Ombra che peraltro pesa anche sul Titano e sulla sua vita politica, visto che anche San Marino ha una sua finanziaria. Estate calda anche qui in Città, quindi, e soprattutto a Palazzo, dove lo scontro feroce si alterna a sperimentazioni di dialogo a singhiozzo. Nel 2016, all'indomani delle elezioni, avevamo scritto - in un editoriale non apprezzatissimo da qualcuno della neonata maggioranza - che una maggioranza con le virgolette, visto il risultato elettorale, avrebbe faticato a governare come se avesse ottenuto maggioranze assolute. Il muro contro muro, le tifoserie da Palio di Siena, le arroganze di potere o di parapotere, gli arroccamenti tattici, i pregiudizi atavici e quant'altro erano scenari pericolosi, prevedibili, ma non inevitabili. Intendiamoci. Non esiste una maggioranza che faccia tutto giusto o tutto sbagliato. Così come non esiste una opposizione che abbia sempre torto o sempre ragione su tutto. Un governo ampio e rappresentativo avrebbe avuto forse - al di là delle litigiosità fisiologiche e dei personalismi di piccolo cabotaggio - il merito di cercare un dialogo, che in questi anni oggettivamente non c'è stato. Intorno ai partiti sammarinesi i più maliziosi intuiscono oggi oscure regie esterne, difficili da dimostrare come sempre, ma certo è che, mai come ora, sembrerebbe opportuno voltare pagina, a cominciare dai modi. Forse meglio dunque voltare questa pagina da subito, puntando sulle volontà positive e non distruttive anche perché la logica del "tanto peggio, tanto meglio" è tipicamente da stupidi, quando si sta tutti sulla stessa barca e per di più con il mare in burrasca. Servirebbero, nel caso, segnali politici concreti, finendola con le polemiche personali, le faide di fazioni e tutto quel che può impedire il dialogo, nonostante questa voglia di odio - una caratteristica generale di questo primo ventennio del secolo, che purtroppo anche a San Marino sembra avere il suo peso.
Gira la voce di una Reggenza di garanzia e questo sarebbe un rapido e efficace segnale concreto, tanto più che, se non ricordo male, era nel programma elettorale della attuale maggioranza. Una Reggenza di mediazione non sarebbe neppure una novità per la storia del Titano e potrebbe dare molto a tutta la comunità. Dipende dalle scelte, soprattutto se avesse come priorità la finanziaria e la legge elettorale. Penso sia una buona idea. Nel caso, a mio modesto avviso e anche per stabilire un criterio, la priorità oggettiva potrebbe andare - al di là del fatto che lo considero, oltre che un amico, una persona che ha un profondo rispetto dell'istituto della Reggenza - al più votato alle elezioni scorse. Sarebbe un criterio rapido e corretto, ove mai.
cr