Rifondazione Comunista su mercato del lavoro: 'La riforma del gambero'
“La riforma del gambero”, così Rifondazione Comunista definisce il progetto di riforma del mercato del lavoro. Relatori, Gianluca Della Valle, Gianluigi Macina Giuseppe Amici e Ivan Foschi. Espresse delle preoccupazioni partendo dall’analisi del mercato del lavoro attuale e dalle prospettive sulla base della relazione del Governo. La situazione è preoccupante, per RC, vengono meno le tutele per i lavoratori, aumenta il precariato il lavoro nero è fuori controllo, dal momento che il governo non ha il polso della situazione. I cococo cioè i contratti di collaborazione continuati, vengono definiti nella relazione contratti di consulenza e collaborazione. La flessibilità, hanno ribadito i relatori, non deve essere confusa con la precarietà: noi puntiamo alla differenza tra i due termini, invece l’esecutivo vuole creare agenzie private in concorrenza col pubblico, utilizzare più contratti a termine, estendere la chiamata nominativa da parte delle aziende anche ai sammarinesi. Passi verso la modernità che per noi sono passi indietro. Intanto la produttività è aumentata e i salari perdono potere d’acquisto. Così si vogliono demolire anni di conquiste sindacali. Per Rifondazione una maggiore competitività si ottiene con minori costi per i datori di lavoro per esempio attraverso minore pressione fiscale, la possibilità di reperire le sedi produttive ad affitti minori. Sburocratizzare le procedure di assunzione. Anche i frontalieri, una volta assunti, vanno tutelati, dopo alcuni anni, col tempo indeterminato. Sui lavori atipici, RC interviene ricordando che non mancano dal 2002 gli strumenti di flessibilità. Ma qui si vuole tornare al caporalato. Le tutele dei lavoratori, hanno concluso, sono un dovere per chi amministra la cosa pubblica.
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