Riforma del commercio e ammortizzatori sociali uniscono la politica che si divide su Delta
“Su Delta oggi lo scenario è di maggior chiarezza e da Banca d’Italia potrebbero arrivare già venerdì risposte importanti”. Lo ha detto il Segretario per le Finanze, sottolineando che il piano di ristrutturazione finanziaria su cui le banche creditrici hanno già espresso loro consenso, prevede il recupero della quasi totalità dei crediti, salvaguardando la consistenza patrimoniale di Delta per poco più di 200 milioni di euro. “E non è escluso - ha aggiunto Gatti - che Intesa possa rientrare dalla porta lasciata aperta”. Un riferimento apprezzato, con sfumature diverse, dall’opposizione ma non dai DdC. Per il capogruppo del Psd, “il Consiglio deve farsi carico dei passaggi che il Paese dovrà compiere. Nessun tentativo di destabilizzare il quadro politico, piuttosto una assunzione di responsabilità”. Ed è in questo percorso che Felici legge l’iniziativa dell’Anis. E mentre Alessandro Rossi di Sinistra Unita chiede perché Intesa ha deciso di non procedere all’acquisto degli asset, il segretario del Psrs Simone Celli, definisce Delta la spada di Damocle sulla testa del Paese. “Gatti - per i Ddc - deve dire come si farà fronte alla liquidità della Cassa di Risparmio”. Si è parlato di un intervento dello Stato per sottoscrivere parte dell’aumento di capitale. E per avere una risposta, Lonfernini si è appellato alla Reggenza. Tutti concordi, invece, sulla necessità di riformare la legge sul commercio abolendo il 51%. L’opposizione ha invece polemizzato sui tempi del provvedimento. L’Unione Commercianti, di cui il Segretario Arzilli è stato presidente, si è opposta per molto tempo alla riforma. Otto anni, ha precisato Paride Andreoli. Felici ha chiesto una relazione dettagliata dell’osservatorio del commercio prima di varare la nuova legge. “Serve una risposta convinta” ha spiegato. “Non facciamo più guerre di religione”. “I dati sono fondamentali” ha risposto il Segretario Arzilli, accettando la proposta di un confronto con l’opposizione. All’ultimo passaggio la riforma degli ammortizzatori sociali che approda in Aula con il favore di maggioranza e opposizione. C’è anche un’intesa bipartisan sulla necessità di aprire tavolo di confronto per far si che anche i dipendenti pubblici finanzino gli ammortizzatori sociali. E questa sarebbe davvero una rivoluzione epocale.
Sonia Tura
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