La minoranza aveva abbandonato i lavori della commissione per protesta. Motivo: la riproposizione di un articolo sulle incompatibilità respinto dall’Aula. Troppo discrezionale, sostiene l’opposizione, visto che rimandava tutto ad un decreto successivo. Quando un accordo sembrava vicino, la maggioranza ha proposto un emendamento reinserendo tutte le incompatibilità che erano state tolte. Per i partiti di opposizione si tratta di una violazione ormai sistematica delle regole democratiche e non escludono un ricorso agli organismi internazionali. L’articolo, replica il Patto, riguarda le incompatibilità di alcune funzioni pubbliche ai livelli più alti con l’incarico di Consigliere e altri politici e sindacali. Si tratta quindi, sottolinea la maggioranza, di uno dei punti qualificanti della riforma. Considerando che ci troviamo sotto osservazione del Greco, l’organismo europeo contro la corruzione, la maggioranza ha pensato di colmare la lacuna che si era venuta a formare ripresentando i contenuti sottoforma di norma transitoria fino a una successiva legge che dovrà essere approvata entro il 31 dicembre di quest’anno. Nessun vulnus della democrazia, né dello Stato di diritto, scrive il Patto, ma solo buon senso e responsabilità. E, conclude, nessuna violazione del regolamento. Tutte le votazioni sono state regolari e i commissari di maggioranza sono stati sempre presenti.
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