Riforma PA, tra i PdL anche quello sulla dirigenza

Riforma PA, tra i PdL anche quello sulla dirigenza.
Le funzioni, l’autonomia e le responsabilità del dirigente pubblico vengono notevolmente ampliate. Avrà maggiore potere di spesa e di gestione del personale con possibilità di incidere in maniera diretta sull’organizzazione del lavoro nell’unità di riferimento. Il concetto di mansionario viene superato dal profilo di ruolo e scompare l’istituto della “chiamata”. Il dirigente entra in organico per concorso, oppure con un contratto a tempo determinato non di pubblico impiego.
L’incarico sarà in ogni caso a scadenza e al termine del mandato l’operato del dirigente verrà valutato per l’eventuale conferma. La retribuzione avrà una componente fissa ed una variabile legata ai risultati raggiunti.
Prevista anche l’introduzione di norme di incompatibilità speciali “tarate” in relazione alla specificità dell’unità organizzativa cui il dirigente verrà assegnato.

Luca Salvatori

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