Con la riforma della PA tramonta il nome, ma non la figura, del donzello
Non più donzelli, ma 'operatori servizi istituzionali'. Con il decreto delegato dello scorso gennaio la riforma della pubblica amministrazione cambia il nome dei famosi 'assistenti' dei Capitani Reggenti, non le funzioni. Ma se c'è un posto in cui la forma diventa sostanza è proprio Palazzo e davanti al nuovo appellativo, più specifico magari ma meno caratteristico, si storce educatamente il naso. Pur nella consapevolezza che gli ormai arcinoti 'profili di ruolo'- perno attorno ai quali si snodano i cambiamenti del rapporto di lavoro della riforma- non andranno a modificare alcunché del lavoro quotidiano: “assistenza e accompagnamento dei Capi di Stato, ausilio e supporto agli organi istituzionali, con particolare riferimento alle loro riunioni ed alle Cerimonie dello Stato, capacità di svolgere funzioni di autista, curando anche la custodia e l’ordinaria manutenzione degli autoveicoli in dotazione”. Mansionario inquadrato però, come prevede la riforma, in un profilo di ruolo che delineerà professionalità, caratteristiche e grado di autonomia. Minima quest'ultima, esattamente come prima. Ai neo operatori dei servizi istituzionali si chiede soprattutto rispetto, puntualità, conoscenza del protocollo. L'unica libertà che i diretti interessati si prendono ha il sapore di una scommessa: troppo lungo il nuovo appellativo, destinato a rimanere scritto nell'allegato del decreto. Dentro Palazzo continueranno ad essere chiamati donzelli: un po' per tradizione, un po' per comodità
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