Riunito Udp: si annuncia un Consiglio caldo, Dim invita i cittadini a scendere in piazza

È scontro aperto in Ufficio di Presidenza. Si preannuncia un Consiglio di fuoco. L'opposizione chiede di ritirare immediatamente i tre Decreti Legge sulle banche. La minoranza è compatta anche contro la convocazione ad agosto per l'approvazione in seconda lettura dell'assestamento di bilancio. Dim propone la procedura d'urgenza, sostenuta dal Ps, ma solo se verranno annullati i decreti che – avverte Pedini Amati - “potrebbero avere un fondamento di incostituzionalità”. È pronta a discutere di procedura d'urgenza anche la Dc ma solo con il ritiro dei decreti. Niente da fare, il Governo li porterà a ratifica nella sessione di luglio. Dunque, non se ne fa nulla: l'Aula si riunirà anche ad agosto. Il clima si surriscalda, Dim convoca una conferenza stampa, torna a colpire duro contro l'utilizzo di Fondiss, il credito d'imposta in debito pubblico, l'assenza di confronto. “Lo Stato – accusa – si è indebitato di 155 milioni. Verserà almeno 3 milioni all'anno di interessi al Cis e alla scadenza dei titoli dovrà pagare cash”. “Stanno favorendo un amico – rincara la dose – che li ha sostenuti in campagna elettorale dandogli in mano il paese.” È il punto di non ritorno: non ci può più essere margine di collaborazione – aggiunge - c'è solo terreno di scontro. Esauriti tutti gli strumenti istituzionali, chiama il popolo in piazza “contro l'arroganza e la cecità del Governo”. Si attende il giorno. Sarà la prossima settimana. Anche la Dc valuterà iniziative pubbliche questa sera in Direzione. Tornando all'Ufficio di Presidenza, il Consiglio si riunirà da lunedì pomeriggio a venerdì. Tra i sei progetti di legge in prima lettura troviamo anche le norme in materia di disciplina della responsabilità medica, la cui discussione era stata rinviata nella sessione di giugno. Per gli interventi a modifica e integrazione dell'ordinamento del sistema di formazione professionale sarà chiesta la procedura d’urgenza. Approda in seconda lettura la “Legge dei semi”. Infine, sei istanze d'arengo, tra cui quella – che ha fatto molto discutere – per collocare a Palazzo Pubblico un'epigrafe sui fatti di Rovereta, “in memoria – si legge – del colpo di Stato avvenuto nel 57”.


MF

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