Riuonione della Commissione Consigliare Affari di Giustizia
Giustizia in primo piano in una giornata segnata da due appuntamenti di rilievo. Il primo, in ordine di tempo, la Commissione Consigliare Affari di Giustizia, dove lo scontro fra maggioranza e opposizione si registra sul trattamento economico dei giudici conciliatori. Contestata da Alleanza Popolare la delibera del Congresso di Stato con la quale si è sanata una situazione pregressa, definita dal capogruppo, Tito Masi, una violazione alla legge che fissa il trattamento retribuitivo dei giudici. Sospesa momentaneamente l’esecutività della delibera, si è convenuto, durante l’ultima sessione consigliare, di trasferire la questione in Commissione. E venerdì il Segretario di Stato alla Giustizia, Fabio Berardi, ha relazionato sulla vicenda. Un riferimento nel quale ha illustrato la scelta dell’esecutivo, consegnato ai componenti della Commissione una documentazione a supporto della decisione. Valutazioni, studi e pareri legali che dimostrano la correttezza della delibera e dell’operato. Non ci sta Tito Masi, che definisce tutto una sceneggiata e annuncia nuove iniziative parlamentari. “Siamo - dichiara - di fronte ad un nuovo sperpero di denaro pubblico - è chiaro - aggiunge - come la maggioranza abbia voluto risolvere la questione prima della riunione del Consiglio giudiziario del pomeriggio - forse polemizza Masi - siamo in fronte ad indegni baratti”. Secca la replica del Segretario alla Giustizia Berardi. “Lascio a Masi ogni personale interpretazione, i fatti sono chiari: ho relazionato alla Commissione così come il Consiglio Grande e Generale aveva chiesto, ho presentato una documentazione del cui dettaglio ho ricevuto apprezzamenti, ritengo di aver adempiuto appieno al mandato consigliare”. Nel pomeriggio di venerdì il Consiglio di Giustizia, al cui esame, fra le altre cose previste all’ordine del giorno, sarà sottoposta la conferma di due commissari della legge, Buriani e Ceccarini. Un voto sul quale nelle scorse settimane si era concentrata l’attenzione per quello che qualcuno aveva definito uno scontro fra i poteri dello stato, magistrati da una parte, politici dall’altra, la componente cioè togata del Consiglio Giudiziario e quella laica. Alla fine così non è stato, anche se le distinzioni non sono mancate, la conferma è avvenuta a larga maggioranza, 17 i voti a favore, 7 quelli contrari. Da confermare restano ora altri due commissari della legge, Battaglino e Felici, per i quali il giudizio dovrà avvenire il prossimo anno.
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