Roberto Ciavatta: riforme necessarie per la tenuta del Governo
"Se ci sono punti di partenza differenti sono convinto che si troverà il modo di livellarli per arrivare ad una conclusione che sia la più adatta a tutta la maggioranza"
Tanti progetti, riforme e un Prg praticamente pronto: sono i buoni propositi dell'Esecutivo per il 2023, elencati – nella conferenza di fine anno – da ciascun Segretario di Stato. Ben chiare le priorità, dall'IGR a Fondiss, con – su tutto – l'Accordo di Associazione. L'Esecutivo, forte nei numeri, non sempre ha dimostrato compattezza. Diversi i temi divisivi, come il Distretto Economico a Fiscalità Speciale, sul quale si cerca ancora la quadra. Le diverse posizioni, palesate in maggioranza su alcuni dossier, hanno sollevato la necessità di una verifica di Governo.
A sollecitarla il Segretario al Turismo Pedini Amati e il collega alle Finanze Gatti, che invoca un confronto continuo con la maggioranza, vista la portata dei temi che si stanno trattando. “Gli obiettivi riguardano la nascita di questo Governo” - rimarca il Segretario alla Sanità Roberto Ciavatta – e se dovesse decidere di non portare avanti le riforme iniziate nel 2022, afferma, non avrebbe senso continuare. Le verifiche con la maggioranza – aggiunge - sono all'ordine del giorno, vi pare che un Congresso possa non confrontarsi con la sua maggioranza su riforme epocali come, ad esempio, quella pensionistica, Fondiss, lavoro o, nel prossimo anno, l'IGR?”
Nel sottolineare la necessità di riformare il paese, mette in chiaro: “Non si cada nell'ipotesi per cui, visto che ci si avvicina più o meno alle elezioni, allora ci si tira indietro dal fare le riforme. Questo Governo le porterà a casa. Se non lo farà - ribadisce - non avrà senso che rimanga in carica”. Ma avrà – ci si chiede - la coesione necessaria? “Questo Governo – risponde Ciavatta - è nato su un patto fra forze politiche molto diverse fra loro e che quindi, fin dall'inizio, erano ben consapevoli di dover concordare con la maggioranza tutte le parti delle loro riforme. E così è stato. Sarà così anche domani.
Se ci sono punti di partenza differenti sono convinto che si troverà il modo, come è stato fatto fino ad oggi, di livellarli per arrivare ad una conclusione che sia la più adatta a tutta la maggioranza. Questo è una garanzia per il paese: non è una parte che deve portare avanti le riforme ma una parte la più ampia possibile, che è quella rappresentata da una maggioranza dei tre quarti degli elettori del 2019”.
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