SAN MARINO 3.0. - Frontalieri: togliere qualsiasi tassa etnica, e versare fino ad un 30% del loro stipendio sulla SMAC CARD per incentivare i consumi e dare una mano agli esercenti/operatori sammarinesi
Eppure è ricchezza prodotta a San Marino che se ne va verso l'Italia. Questo è un vero peccato, in quanto i lavoratori residenti in Italia potrebbero aiutare San Marino ad uscire da questo difficile momento economico; infatti se San Marino crolla anche loro perderanno il loro stipendio, e questo non lo vuole nessuno.
Infatti se tutti i frontalieri spendessero parte del loro stipendio a San Marino, i commercianti, i professionisti e gli operatori che hanno investito nella loro attività in Repubblica ne trarrebbero giovamento, e l'economia, come le attività, rifiorirebbero e, magari se ne creerebbero di nuove.
La nostra proposta è quella di far inserire fino ad un 30% (ma la percentuale dovrà essere attentamente discussa con tutte le parti sociali) dello stipendio dei frontalieri sulla Smac Card; a chi non ce l'ha verrà data in automatico.
Solo Sinistra Unita tra le forze politiche lo aveva, tempo fa, timidamente accennato. Noi che siamo apolitici ed apartitici non abbiamo problemi a farla nostra, indipendentemente da chi l'ha proposta per primo.
Questo perché? Non è che siamo impazziti, oppure xenofobi come dice qualche giornale. Tuttaltro! Crediamo che i frontalieri siano una risorsa per San Marino in quanto se non si hanno professionalità adeguate è giusto che ci si rivolga a dei tecnici forensi, i quali potrebbero insegnare le loro conoscenze a qualche nostro giovane e farlo maturare. Meno corretto è prendere manovalanza italiana quando si hanno a disposizione disoccupati sammarinesi che possono fare le stesse mansioni e che hanno le stesse caratteristiche dei nostri. Fare così vuol dire mandare via i nostri ragazzi, i nostri figli, noi ed i nostri coetanei da San Marino!
I frontalieri italiani guadagnano almeno il 30-50% in più rispetto ad un loro collega pari grado italiano, ed il loro stipendio - tranne pochissimi e sporadici casi - lo spendono in gran parte in Italia. Non sarebbe meglio, allora, che una piccola parte del loro emolumento lo spendessero qui da noi?
Ebbene proprio da questa valutazione è emersa la nostra proposta.
Sapete che cosa vuol dire?
Facciamo due conti. Il 30% per 6.000 frontalieri vuol dire che i consumi interni si innalzerebbero di 4.000.000 al mese! Una cifra enorme se moltiplicata per 14 mensilità. Si arriverebbe a 60 milioni all'anno di acquisti in Repubblica! E quanta monofase in più? Magari se facciamo una media del 10%, a stare basso, avremo circa 6 milioni in più di gettito, oltre ad aver dato lavoro ai sammarinesi e guadagno agli esercenti sammarinesi.
Altro che mettere sempre e solo tasse!
Che cosa vuol dire? Vorrebbe dire che molti esercenti non fallirebbero, ed anzi molti sammarinesi potrebbero trovare lavoro nel commercio e nei servizi (indotto) e magari anche qualche nostro ragazzo potrebbe mettersi in proprio, incrementando così gli occupati, dato che i consumi tireranno così tanto.
I frontalieri avrebbero con la Smac dei prezzi migliori che in Italia, e l'economia sammarinese ne gioverebbe tantissimo.
Quindi una cosa positiva per tutti!
E' ovvio che dovranno essere puniti gli abusi e chi, commerciante o operatore, fa il furbo praticando prezzi superiori che in Italia o alla media o al prezzo massimo consentito per quel prodotto. I controlli sui prezzi dovranno essere fondamentali, quindi potremo assumere anche del personale appositamente formato, magari della Polizia Civile, per questo prezioso ed importantissimo controllo; quindi altre assunzioni, altro lavoro.
Con una singola mossa a costo zero si potrebbe fare davvero bene! Si potrebbe far rifiorire San Marino.
Ma come mai i politici, tanto intelligenti quanto lungimiranti nel fare debiti o chiedere le tasse, non ci hanno pensato sino ad ora? Solo paura di fare scelte giuste o incapacità totale nel farle?