San Marino: Celli (Ps), il paese si può governare meglio
Cari Compagni,
il mio pensiero va subito al 28 luglio del 1943, quando il popolo sammarinese riconquistò la libertà con la caduta definitiva del regime fascista.
A distanza di 71 anni da quella straordinaria giornata, abbiamo il dovere di celebrare le gesta eroiche dei tantissimi sammarinesi che lottarono duramente, mettendo in pericolo le loro vite, per riportare la libertà e la democrazia nella Repubblica di San Marino.
Questa sera, insieme a tutti Voi, voglio ricordare l'impegno, a dir poco commovente, con cui Pietro Franciosi, Alvaro Casali e Gino Giacomini - padri e maestri del movimento socialista sammarinese - cercarono di offrire un'ancóra di salvezza e di speranza ai loro concittadini durante i terribili anni della dittatura.
Questi compagni affrontarono sofferenze incalcolabili, sofferenze di tipo fisico e mentale. Alcuni di loro furono costretti ad andare in esilio abbandonando - seppur temporaneamente - le persone care. Altri furono percossi e malmenati solo perché si rifiutarono di diventare fascisti. Qualcuno, soprattutto tra gli avversari politici più temuti, fu oggetto di veri e propri attentati che lasciarono conseguenze permanenti sul corpo e nell'anima.
Nonostante tutto ciò, i socialisti dell'epoca non si scoraggiarono, andarono avanti nella loro battaglia e alla fine vinsero riconquistando la libertà.
Perciò ancora oggi, nel 2014, dobbiamo essere riconoscenti a Pietro Franciosi, ad Alvaro Casali, a Gino Giacomini e a tutti i compagni che in quegli anni, in nome di valori irrinunciabili come libertà, democrazia e solidarietà, rischiarono persino le loro stesse vite.
Vi ringraziamo per tutto quello che avete fatto, maestri di socialismo ed eroi del popolo sammarinese, a Voi va il nostro rispettoso e commosso applauso.
La lezione impartita da questi giganti del socialismo va tenuta ben presente anche da noi che con molta umiltà cerchiamo di rappresentare il movimento socialista nel terzo millennio. Seppur con caratteristiche profondamente diverse a seconda delle varie fasi storiche, infatti, la lotta per l’affermazione della libertà non finirà mai.
Durante la dittatura fascista si lottava per riacquisire la libertà nell'esercizio dei diritti civili e politici.
Nel 2014 si deve lottare per difendere una libertà altrettanto importante: la libertà di realizzare il proprio progetto di vita.
Questa libertà purtroppo è stata drasticamente ridimensionata dall’inesorabile avanzamento della crisi economica, sociale e culturale.
Si pensi al padre di famiglia che, avendo perso il proprio posto di lavoro, è costretto ad intaccare i risparmi di una vita intera, che invece dovevano servire per finanziarie gli studi universitari dei figli.
Oppure alla madre, disoccupata o precaria, sulle cui spalle grava la responsabilità di un'intera famiglia.
O ancora, ai ragazzi che vorrebbero intraprendere un'iniziativa imprenditoriale ma devono rinunciare perché non riescono ad accedere al credito bancario.
O peggio, alla giovane coppia che per svariati motivi - tra cui la mancanza di lavoro - non riesce ad acquistare una casa in cui coltivare il proprio amore e soprattutto il sogno di costruire una famiglia.
È questa la libertà che sta venendo a mancare ai giorni nostri.
Nel 2014 infatti la libertà deve essere declinata con schemi e parametri completamente diversi rispetto al passato, ma non per questo può essere sottovalutato il pericolo concreto che la società di oggi sia meno libera, meno giusta e meno solidale di quanto in realtà possiamo pensare.
Sia ben chiaro, valori fondamentali come la libertà economica e la giustizia sociale non possono nemmeno essere messi in discussione.
Il Partito Socialista è pienamente consapevole dei gravissimi problemi che stanno sgretolando la tenuta economica, finanziaria, sociale ed istituzionale del Paese. Ma non intendiamo accettare passivamente la deriva che sta conducendo l’intera comunità sammarinese verso il baratro. La situazione è durissima, ma San Marino ce la può fare, anche se non posso non manifestare una fortissima preoccupazione per l’assoluta inconsistenza dell’azione prodotta da Governo e maggioranza.
Sono a dir poco imbarazzanti le dichiarazioni ottimistiche di alcuni Segretari di Stato e leader di partito con cui affermano che " si intravvedono segnali di ripresa", che "si vede la luce in fondo al tunnel" e che "il peggio è passato".
A loro pongo una semplicissima domanda:
In quale Paese vivete?
Diteci soltanto, per cortesia, in quale Paese vivete.
È infatti sufficiente leggere i dati contenuti nel Programma Economico 2015 per comprendere non solo che la crisi non è finita ma che a tutti gli effetti la situazione è drammatica.
La recessione iniziata nell'ultimo trimestre del 2008 magari sta rallentando, ma ancora prosegue. Anche nel 2014 la produzione della ricchezza calerà di un punto percentuale, dopo che sono già stati persi oltre 30 punti negli anni precedenti.
I disoccupati superano le 1.500 unità.
Il debito pubblico è salito fino a 299 milioni di euro e il disavanzo 2014 sarà almeno di 24 milioni.
I problemi di liquidità sono sempre più marcati ed è sempre più probabile l'ipotesi di non poter pagare stipendi e pensioni nel mese di dicembre 2014.
Una classe politica seria e responsabile, di fronte ad un quadro di questo genere, non dovrebbe dichiarare di essere ottimista, ma dovrebbe dichiarare lo stato di emergenza.
Visto che così non è, il Partito Socialista ritiene opportuno e doveroso dare un messaggio chiaro a chi pensa di poter giocare sulla pelle dei sammarinesi: basta prese in giro, nessuno - e sottolineo, nessuno - crede più alle vostre favole.
Siete al governo ininterrottamente da sei anni. Da oltre tre anni i due partiti principali stanno collaborando sostenendo di voler cambiare passo e di voler salvare il Paese. Finalità indubbiamente nobili, tuttavia i risultati parlano chiaro mettendo in evidenza una realtà che va nella direzione esattamente opposta. Gioco d’anticipo. So benissimo che ora, se foste qua con noi, ci tirereste fuori di nuovo il percorso verso la legalità e la trasparenza e ci ricordereste l'uscita dalla black-list italiana. Va benissimo, siamo fieri di potere ricordare che anche noi socialisti abbiamo offerto il nostro piccolo contributo per il raggiungimento di questi risultati. Ma non basta.
Oggi il problema è che il Paese è stremato, non ha più energie e rischia di implodere su stesso. Non c'è lavoro e le risorse finanziarie - pubbliche e private - scarseggiano. Questa è la realtà di cui il governo e la maggioranza si devono fare carico. Le chiacchiere stanno a zero, contano solo i fatti. E i fatti delineano una verità incontrovertibile: le politiche per lo sviluppo sono del tutto inconsistenti e gli interventi di riduzione della spesa pubblica sono stati appena abbozzati, lasciando intaccati gli sprechi e i privilegi che sono diffusissimi nell'amministrazione statale e para-statale.
Sono queste le ragioni per cui, senza mezze misure, il Partito Socialista sostiene che il Governo di Bene Comune debba andarsene a casa il prima possibile.
A casa, proprio per il bene comune!.
Il leader del partito di maggioranza relativa ha affermato che non ci sarà alcun governo di emergenza. Un po' come fece Sansone con i filistei, sostiene che o questa maggioranza regge o si va al voto. Ne prendiamo atto, anche se non possiamo non rilevare una certa superficialità nelle valutazioni compiute. Secondo me prima di pensare alla tenuta di governo e maggioranza, prima di pensare a qual è la soluzione politica più conveniente per il proprio partito e prima di minacciare il ricorso al voto anticipato, ebbene, prima di tutto questo c'è un Paese da salvare dal baratro.
Il Partito Socialista non si abbandona alla rassegnazione, perciò invito i sammarinesi a fare altrettanto perché la nostra Repubblica ha enormi potenzialità, ha notevoli risorse umane e materiali da investire e sicuramente può rinascere sotto la regia di un nuovo progetto di governo del cambiamento.
Per questo abbiamo lanciato la "terza via", per dire BASTA alla rassegnazione, all'incertezza e alla paura.
Con la nostra iniziativa politica vogliamo dare al Paese un nuovo governo, che da un lato faccia da argine all’avanzata di chi vuole solo giocare al massacro e che dall’altro costituisca un'alternativa credibile all’esperienza del non-governo di Bene Comune.
Dobbiamo dirlo senza troppi giri di parole: il Paese si può governare molto meglio di quanto non stia facendo l’attuale esecutivo. Proprio per questo, nelle ultime settimane abbiamo deciso di rompere gli indugi lanciando la proposta della “terza via”.
Che cos’è la "terza via"? E’ la proposta politica legata alla definizione di un nuovo progetto di governo del Paese, che abbia al centro della propria azione tre punti non negoziabili:
LEGALITÀ
Nel pieno della questione morale, la politica deve mostrare coraggio, riscrivendo da zero le regole che disciplinano l’attività politica, a partire dalle cause di incandidabilità, ineleggibilità e incompatibilità, dal conflitto di interessi, dalla trasparenza dei patrimoni e dall'adozione di nuove misure anti-corruzione.
Non basta limitarsi ad affermare il totale rispetto del lavoro dell'autorità giudiziaria, ciò è abbastanza scontato. La politica ha il dovere di fornire risposte precise anche nel proprio ambito di competenza.
RINNOVAMENTO
È indispensabile che la gestione della cosa pubblica venga affidata ad una nuova generazione di dirigenti. Non mi riferisco però solo alla politica, mi rivolgo anche ai sindacati, alle categorie economiche e alla pubblica amministrazione. Al Paese servono idee, energie ed entusiasmo che solo una nuova generazione di dirigenti possono portare. Avanti tutta, perché il rinnovamento è necessario a rimettere in moto un Paese che negli ultimi anni si è quasi completamente fermato.
RIFORME
E’ urgente realizzare un complessivo piano di innovazione economica ed istituzionale del Paese. Servono radicali interventi di riforma dell'assetto istituzionale, di riorganizzazione della pubblica amministrazione, di riqualificazione del settore turistico-commerciale, di promozione del sistema economico per l'attrazione di investimenti e progetti imprenditoriali internazionali e serve ultimare un percorso chiaro di integrazione con l'Unione Europea. Solo in questo modo, la Repubblica di San Marino potrà proiettarsi a pieno titolo nella comunità internazionale e giocare ad armi pari nel contesto del mercato globale.
Cari Concittadini, dobbiamo essere consapevoli che non c'è più tempo da perdere.
Al Paese servono subito un nuovo governo e ancor di più un progetto di futuro orientato alla rinascita economica, sociale e culturale.
Il Partito Socialista continuerà a lavorare in questa direzione, mettendoci la faccia e non cadendo nella tentazione di sposare scorciatoie per accaparrarsi un inutile posto al sole.
Sia chiaro una volta per tutte, la politica dell’ “aggiungi un posto a tavola” non ci interessa, il Partito Socialista non è in vendita, il Partito Socialista non si fa dettare i tempi e la linea da nessuno, il Partito Socialista pretende rispetto e dignità.
Il nostro unico obiettivo è salvare il Paese.
Vogliamo ridare una speranza a tutte le persone che, come noi, ancora ritengono San Marino un Paese meraviglioso che merita di essere governato con serietà, coraggio e competenza.
Evviva la Repubblica di San Marino!!!
Simone Celli
Segretario Partito Socialista