San Marino: la direzione Dc questa sera esamina il caso Poggiali

San Marino: la direzione Dc questa sera esamina il caso Poggiali.
La questione morale irrompe prepotente nelle stanze della politica e colpisce il primo partito del paese. L'esecutivo democristiano non intende fare processi ma la Direzione si confronterà su come muoversi dopo il rinvio a giudizio del neo presidente: "Verificheremo se ci sono elementi in più rispetto a quanto già emerso - spiega il segretario Marco Gatti - Vagliando anche la fondatezza delle contestazioni". Resta da capire all'interno del partito, se qualcuno era a conoscenza della notifica del tribunale. L'intenzione del Pdcs è comunque aspettare il rientro di Poggiali prima di qualsiasi decisione. Dal'estero il diretto interessato ha ribadito di essere sereno per fatti che non hanno attinenza con l'incarico politico. La sua posizione è cambiata nel corso di una audizione, da teste a imputato. "Ha solo detto la verità - conferma l'avvocato Berti - si è trattato di una leggerezza, con un ruolo del tutto marginale nella vicenda di riciclaggio, attenuata dal fatto che proprio da Poggiali è partita la segnalazione alla banca dei movimenti sospetti all'interno del conto corrente nel quale sono transitati i soldi destinati all'Inps". Una vicenda seguita con attenzione anche dagli alleati di maggioranza,a cominciare da Noi Sammarinesi.
In mattinata c'è stato un vertice, nel quale il Psd ha spiegato il proprio codice etico, che prevede la sospensione dagli incarichi politici fino alla sentenza, mentre Ap aspetta la decisione democristiana. "E' una situazione imbarazzante, dice Venturini, ma la Dc sa cosa deve fare. Poggiali rientra solo nel fine settimana ed è probabile che rimetta il mandato nelle mani del partito e se non sarà una nuova Direzione, spetterà al Consiglio Centrale decidere. Chi invece ha già deciso, sempre in nome della questione morale, sono Giovanni Lonfernini, Pier Marino Menicucci e Cesare Gasperoni che si sono dimessi, irrevocabilmente dagli incarichi nell'Upr. Sono rispettivamente capogruppo consiliare, Presidente dell'assemblea degli aderenti e Responsabile amministrativo. "Ci sono momenti - scrivono - in cui occorre compiere atti sicuramente poco usuali rispetto a quello che avviene secondo le solite regole". "Potremmo, infatti, continuare a svolgere i nostri ruoli politici in attesa di chiarire ogni eventuale addebito sul "Conto Mazzini". Certi di poter dimostrare la piena estraneità e uscirne a testa alta. forti della fiducia incassata dalla stessa assemblea del movimento. "Siamo in un paese dove non si dimette nessuno, dicono, anche per questioni ben più gagliarde". Lonfernini, Menicucci e Gasperoni hanno fatto questa scelta per dare un segnale di discontinuità. "Non solo per tutelare la nostra onorabilità - concludono - ma anche per dimostrare il nostro rispetto per la fiducia accordataci dagli amici dell'Unione Per la Repubblica".

Giovanna Bartolucci

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