San Marino: l'imbarazzo del consigliere Zeppa (Rete) alla festa Dc
Eppure le serate medioevali svoltesi nel centro storico di San Marino Città, erano terminate. Evidentemente si è voluto fortemente avere una becera recrudescenza temporale invitando, tra gli altri, un relatore che gioisce allegramente parole sue nell'essere stato definito più volte un omofobo in diversi contesti nei quali si parò. Tale showman, rispondente al nome di Simone Pillon, membro del Consiglio Direttivo Nazionale del Forum delle Associazioni Familiari Italiane, con tutte le sue elucubranti teorie, ha fatto ritornare in mente le vicende inquisitorie proprie della Chiesa tardo medioevale. È doveroso fare un piccolo preambolo: questo Esecutivo è ancora assolutamente latitante in merito
all'accoglimento di una Istanza d'Arengo del 2012, precisamente la n.32 depositata in data 8 aprile 2012, mirante alla modifica della Legge 118 per l'ingresso degli stranieri in Repubblica. Tale
Istanza fu approvata il 21 Giugno 2012 con 33 voti favorevoli e 20 contrari. A seguito di ciò, con apposita Delibera del Congresso di Stato, fu approntato un gruppo di studio per poter ben capire
come si dovesse calare tale accoglimento nella normativa sammarinese. A distanza di due anni, nulla è dato sapere, se non la lettura chiara ed esaustiva posta in quella relazione. Ed è in tale contesto che si sarebbe dovuto calare il dibattito, anche per capire gli intenti che il partito di maggioranza relativa ha in merito a quanto descritto poco sopra, tenuto inoltre conto che anche un organismo europeo quale l'ECRI (Commissione Europea contro Razzismo e Intolleranza) ha sollecitato in un veloce disvelamento. E come citavo inizialmente, invece ci si è ritrovati piombati nel più tetro e becero medioevomentale grazie ad alcune perle di saggezza del relatore Pillon. Partendo da concetti altamente qualificanti quali il riconoscimento di diritti per poche persone, che paralizzerebbero a suo dire lo sviluppo delle famiglie. Fino a spingersi in mirabolanti espressioni lessicali quali la supposta presenza di “presunti diritti”, che richiamano ad una ideologia del genere, che altro non sarebbe che la volontà di una creazione di una indifferenziazione sessuale latente. Attaccando i media allorquando punta convintamente il dito sul fatto che nella tv odierna si vedono solo opinionisti gay, tutti carini e perfettini, ed ampliando l'altissimo concetto precedente con altri, tra cui quello che nelle soap opera meno recenti, vi erano i neri sostituiti in quelle odierne da gay e lesbiche. Ma tutto questo non basta ancora, perché il canovaccio che il signor Pillon si è preparato
prevedeva ancora i classici fuochi artificiali finali, a degnissima conclusione dei propri insensati interventi. E via allora con la domanda direttamente posta al pubblico: "Sapete voi come si fa
all'amore? No? Ma come no? Basta che lo andiate a domandare alle associazioni Arcigay, che ve lo sapranno certamente spiegare, esattamente come lo fanno negli istituti superiori del mio paese,
con i loro dépliant dati nelle scuole di ogni ordine e grado". Con l'impennata di enfasi, quasi a mimare anche uno strappo della camicia indossata, sull'ultima orrida teoria distorta: "Le lobby
omosessuali vogliono sovvertire l'ordine antropologico umano".
Durante il dibattito sul valore della famiglia e di presunti diritti, si sono ascoltate tali affermazioni ricalcanti le nefandezze più sozze e sordide, peggiori persino dei B movie di tanti anni fa. Siamo in
presenza di relatori invitati ad una festa che si chiama dell'amicizia", saliti sul pulpito a sentenziare nonché sbertucciare persone, stili, sfere private utilizzando il coltello tra i denti, ed un
ars oratoria demodè. Di diritti non si è parlato. Di quello che è la legge 118 non si è parlato. Ma questi soloni conoscono un poco la storia greca? L'omosessualità non era percepita quale un immondo vizio; apparteneva alle classi colte in quanto vi era una continua ricerca di quella "Beltà" che la rendeva assolutamente indipendente dal genere di chi si amava. I racconti di Senofonte,
richiamano a tradizionali rapporti sentimentali ed amorosi persino tra gli stessi appartenenti alle forze armate. Ma inutile citare certe argomentazioni storiche di una cultura che fu la culla e patria
della civiltà, con taluni soggetti: sarebbe come gettare perle ai porci. Amore...questa parola che tanto fa paura ed intimorisce.
E allora bisogna realmente capire che cosa abbia spinto i vertici del PDCS ad invitare un tale soggetto a quel contesto di "festosa amicizia". Bisognerebbe altresì capire se si siano magari
accordati precedentemente, in modo tale da far esprimere al Pillon concetti altamente degradanti pur di non dirli loro direttamente, in una rivisitazione del lavaggio delle mani di Ponzio Pilato. In tutta onestà, ho visto negli occhi di chi gli si sedeva vicino, molto imbarazzo. Forse proprio lì, a frittata già fatta, hanno capito di aver invitato un personaggio assolutamente costruito e vestito di
stupidi stereotipi e di preconcetti ideologici, pronto alla guerra santa contro coloro che lui stesso definisce diversi. Un personaggio che non serve a nessuno, tantomeno a noi sammarinesi. Ed allora mi auguro che tutto ciò che avverrà a livello Istituzionale sul reale recepimento degli intenti di una Istanza d'Arengo risalente oramai a due anni fa, con l'approssimarsi di un nuovo dibattito su altre due nel mese di Settembre, sia sgombro dalle teorie pillonesche o similari, ma che ci si focalizzi invero, sul reale scopo che tutte esse vanno a ricercare: il diritto, anche per pochi, a vivere secondo come ad ognuno aggrada ma nella certezza di regole e di diritti che tale società concede a tutti, in maniera indistinta. Sono davvero stufo di questi attacchi perpetrati ad arte per sviare l'attenzione su altro. E sono anche amareggiato per gli applausi che un tale personaggio ha ricevuto, segnali preoccupanti di consenso alle sue balzane amenità. C'è davvero tanto da lavorare a San Marino, a livello di cultura, di diritto, di accettazione per qualsivoglia diversità. E sarà un lavoro che parte già in salita.
Comunicato stampa
Gian Matteo Zeppa ( Rete)