A San Marino la società civile che scende in campo

Spesso è nelle difficoltà che la cittadinanza sente l’esigenza di contribuire in prima persona. L’Italia insegna, San Marino segue. Anche qui sono nati movimenti dal basso che non si riconoscono più nella politica tradizionale. E i partiti storici? Giudicano positivo tutto questo fermento e c’è già chi cerca il dialogo, come Sinistra Unita. “Una politica intelligente – dice Alessandro Rossi - dovrebbe confrontarsi con chi scende in campo”. Guai quindi a snobbare questa nuova forza – avverte. Un’alternativa che nasce come risposta alle mancanze della classe dirigente - lamenta Gerardo Giovagnoli, che però vede a San Marino una proliferazione abbastanza disordinata. Non si sottrae al confronto ma lancia una provocazione: “la politica tradizionale li sfida sul terreno delle idee e dei programmi”. Da qui il paradosso: se troveranno affinità e convergenze, dovranno strutturarsi e diventare quella politica che tanto rifuggono. C’è una parola che torna, ed è “progetto”. “Un conto è trovarsi uniti nella critica, cavalcare il malcontento – sostiene il segretario del Pdcs – altro è proporre soluzioni. La più grande difficoltà, spiega Marco Gatti, è trovare condivisioni, un punto di sintesi. E i partiti storici sono strutturati per farlo”. Poi c’è AP, tra movimento e partito, il più trasversale dal punto di vista culturale. Si dice da sempre aperto al dialogo, ma più interessato al contenuto che al contenitore. Ben vengano dunque le spinte innovative – afferma Roberto Giorgetti - ma con idee e credibilità.

Monica Fabbri

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