San Marino a Strasburgo vota in favore della risoluzione che chiede agli Stati più trasparenza
Nonostante abbiano riconosciuto i progressi compiuti, le valutazioni del Consiglio d’Europa si sono fermate ai dati di giugno 2010. In un periodo, cioè, in cui San Marino non aveva ancora approntato provvedimenti e accordi sul segreto bancario, che hanno adeguato la Repubblica agli standard Ocse. All’appello mancavano anche le misure adottate e riconosciute dallo stesso Ocse nell’ottobre 2011 e quelle del rapporto Moneyval del settembre 2011, nonché la legge del luglio 2011 sull’assistenza fiscale internazionale attraverso lo scambio di informazioni. Senza queste misure, il punteggio della Repubblica resta ai minimi, e lo lascia ancora nelle zone basse della classifica. Rileva a tal proposito il consigliere Fiorenzo Stolfi: “In fase di approvazione della risoluzione, da noi votata, abbiamo specificato che la posizione non tiene conto dello stato attuale delle cose. Anche altri Paesi si sono trovati nella nostra medesima condizione, come Liechtenstein o Islanda”. Ora, prosegue Stolfi, si tratta di aspettare il prossimo report, in autunno, come ha rassicurato anche il relatore della risoluzione, il belga Van der Maelen, con cui la delegazione sammarinese si è intrattenuta a colloquio privato. C’è da dire che la bassa posizione di San Marino non la pone in alcuna lista grigia, come avvenne per il Moneyval: a dimostrazione della buona volontà, in ogni caso, la delegazione ha votato la risoluzione, conscia del fatto che tutti i Paesi stiano andando nella medesima direzione.
Francesca Biliotti
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