Sanità: botta e risposta a distanza, dalle Cure primarie ai farmaci
Fronte caldo anche quello relativo al personale Iss non vaccinato
E' un botta e risposta su più fronti quello in atto in campo politico e sanitario. Tra le questioni più calde, quelle relative alle Cure primarie e alle difficoltà di tenere aperti i centri sanitari. “Non intendo replicare a quanto emerso in Commissione per non alimentare ulteriormente lo scontro”, dice il responsabile Agostino Ceccarini all'indomani delle dichiarazioni del Segretario alla Sanità Ciavatta che, in Aula, lo aveva criticato per una scarsa organizzazione del servizio. “La questione - aggiunge il medico - sarà chiarita nelle sedi opportune”.
Una vicenda tutt'altro che chiusa, dunque, che si aggiunge agli altri dibattiti in corso. Come quello sul personale Iss non vaccinato. Su questo c'è stato confronto con Comitato Esecutivo, Funzione Pubblica e sindacati, spiega Ciavatta in Commissione. Tra le altre cose, si sta valutando, dice, “se ci sono le condizioni per spostarli in lavori socialmente utili”, in caso di problemi nei reparti di appartenenza.
In parallelo, la Farmaceutici Morri Spa replica al titolare della Sanità. “Non esiste – scrive l'azienda – alcun accordo che vincoli il Centro Farmaceutico a rifornirsi in un presunto regime di monopolio”. L'Istituto si rivolge all'impresa, spiega, per supplire a eventuali carenze di magazzino per farmaci urgenti, prodotti occasionali o difficilmente reperibili. Rivendica un'esperienza maturata in 60 anni e rinnova la disponibilità a confronto e dialogo.
Sullo sfondo, il Piano sanitario e socio-sanitario 21-23 non ancora pronto per dei “rallentamenti”, ma sulla bozza si sta già discutendo tra gruppi politici e parti sociali. Tra gli obiettivi: la creazione di un reparto per le lungo-degenze, hospice e posti nella Rsa, visto l'invecchiamento della popolazione, e un rafforzamento di telemedicina e medicina predittiva.
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