Scivolone dalle conseguenze imprevedibili per il governo Berlusconi

Scivolone dalle conseguenze imprevedibili per il governo Berlusconi.
L’Aula della Camera boccia il primo articolo del rendiconto generale dello Stato proprio un minuto dopo che in Aula era arrivato il presidente del Consiglio. L’esame del testo riprenderà domattina, anche se non è chiaro come si potrà rimediare tecnicamente alla bocciatura della maggioranza che ha scatenato l’ira del Cavaliere. Il Pdl, con Cicchitto e La Russa, vorrebbe che Berlusconi chieda alla Camera di rinnovargli con un voto la fiducia per poi far riprendere al governo il suo percorso. Ma Berlusconi è furibondo. Inizialmente incredulo, il premier ha mostrato plasticamente la sua ira spostando letteralmente di peso mentre usciva dall’Aula di Montecitorio Tremonti, che non ha votato l’articolo che è stato bocciato. Su Tremonti e sugli altri assenti si scatena l’ira di tanti nel Pdl. L’opposizione esulta. Bersani invita Berlusconi a presentare subito le dimissioni. “Il governo non c'è più. Mi aspetto che Berlusconi ora si convinca ad andare al Quirinale», dice il segretario del Pd. Gli fa eco Della Vedova di Fli: “Il presidente del Consiglio prenda atto che non c'e' più una maggioranza, che non è credibile”, sottolinea il finiano mentre Di Pietro su appella al presidente Napolitano: “prima che sia troppo tardi ponga fine al governo Berlusconi e ci mandi a elezioni anticipate”. Il voto di oggi compromette l’agenda del governo: a questo punto, si dice in Transatlantico, non è più aria di votare la legge sulle intercettazioni il cui esame, sempre a Montecitorio, sarebbe dovuto partire da domani.

Da Roma Francesco Bongarrà

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