Scontro in Consiglio sulla vicenda lotti Valdragone
E’ di nuovo scontro, in aula consiliare, sulla Commissione Consiliare d’inchiesta per la vicenda dei lotti di Valdragone. Due gli ordini del giorno presentati, il primo a firma della maggioranza, nel quale si accoglie l’istanza avanzata nelle settimane scorse dalle opposizioni perché il dibattito sia affrontato in aula consiliare e non più in seno alla commissione alla quale è stato assegnato inizialmente. Nulla in contrario – affermano le tre forze della coalizione, perché sia l’assemblea parlamentare nella sua totalità a discuterne; prima però – specifica l’ordine del giorno presentato – si attenda la conclusione dell’iter giudiziario avviato dalla magistratura. Solo dopo – spiega la maggioranza – si potrà avviare l’inchiesta tesa ad accertare eventuali responsabilità politiche. Il rischio – aggiunge – è che le due iniziative si intersechino e si sovrappongano. Di tenore diametralmente opposto sono le minoranze che tornano invece a chiedere la procedura d’urgenza e il dibattito immediato, in aula consigliare, sulla commissione d’inchiesta. Da segnalare, tra gli interventi, quello del capogruppo di Alleanza Popolare Tito Masi, che sostenendo la necessità di fare chiarezza ha esibito la famigerata lettera dello studio legale nella quale si assicurava il cambio di destinazione d’uso del terreno in questione. Posizioni divergenti anche in seno a due dei partiti della coalizione, qui c’è da registrare la presa di distanza dal suo gruppo del consigliere Francesca Michelotti, che non condivide le motivazioni addotte e quella dell’esponente del Partito Democratico Cristiano, Maria Luisa Berti, che ha dichiarato il suo appoggio all’istituzione della commissione. Le due azioni – ha spiegato – non corrono il rischio di compromettersi a vicenda. Forte la replica del capogruppo del partito socialista Fiorenzo Stolfi che ha definito vergognoso il dibattito “non accetto processi alla mia persona – ha dichiarato – sono disposto ad andare fino in fondo. Chi ha perso sul piano politico, chi ha denotato il suo fallimento – ha aggiunto – sta cercando di trascinare tutto sul piano giuridico aprendo una caccia alle streghe in un clima di sospetto generalizzato. Se si avevano elementi – ha dichiarato Stolfi – si doveva andare in tribunale, mi risulta invece che sia stata la magistratura a cercare chiarezza. Vogliamo sapere – ha concluso – se ci sono dei fatti concreti o se è tutta una montatura. Da parte mia sono assolutamente tranquillo e vado in giro a testa alta”. Alla ripresa dei lavori, in chiusura del comma comunicazioni, il voto sui due ordini del giorno. Poco prima l’assemblea parlamentare aveva ascoltato, in seduta segreta, il riferimento del segretario di Stato agli Affari Esteri, Fabio Berardi, che ha illustrato il testo della bozza di accordo di cooperazione economica con l’Italia, appena partito alla volta della Farnesina. Sarà questa – ha dichiarato – la base negoziale sulla quale si articolerà la trattativa. Berardi ha messo a disposizione di ogni consigliere la copia della bozza di accordo e si è dichiarato disponibile ad un dibattito in aula consigliare sul tema specifico. Appena l’Ufficio di Presidenza deciderà – ha affermato – potremmo discuterne in seno a questa assemblea. Con tutta probabilità il dibattito si terrà nella prossima sessione consigliare di marzo.
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