“San Marino, un Paese fatto per i furbi e vietato agli onesti”. Le parole di Gianfilippo Dughera, della Compagnia sammarinese di assicurazione, avevano suscitato l’ira di Sinistra unita. “Incredibile – scriveva infatti il partito – che dopo aver insultato il nostro Paese abbia richiesto la residenza a San Marino e sorprendente che la maggioranza gliel’abbia concessa. Perché in tutto questo tempo egli non ha pubblicamente denunciato i furbi con nomi e cognomi?”. “Decontestualizzare una frase da un ragionamento – ribatte Dughera – in cui chiedevo solo regole chiare, è una vecchia tecnica dei gesuiti, che raccomandavano “calunniate, calunniate, qualche cosa resterà”. Non ho nomi di furbetti da fare – spiega poi – perché se qualcuno mi avesse chiesto anche un solo centesimo per ottenere ciò che nel rispetto della legge mi spettava, non avrei esitato a comunicarlo alla magistratura italiana e sammarinese. Non ho nulla da nascondere, la Compagnia Sammarinese di Assicurazione è un soggetto vigilato, con 4 dipendenti sammarinesi e un italiano. Ho chiesto la residenza – aggiunge – per una scelta di vita: trasferirmi con mia moglie a San Marino. All’erario ho versato imposte per 40.124 euro nel 2010. Per reciproca trasparenza – conclude – mi farebbe piacere conoscere l’importo dei versamenti di chi ha creato il “caso Dughera”.
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