Il segretario alle Finanze replica al sindacato sull'accusa di scaricare sui frontalieri il deficit
Non abbiamo aumentato le tasse. Abbiamo applicato la detassazione a chi ha domicilio fiscale a San Marino. Il Segretario di Stato alle finanze non ci sta a fare la parte di chi specula sulle spalle dei frontalieri. La scelta di abbattere parte dell’imposta, ricorda, era stata fatta per equilibrare la pressione fiscale e avvicinare la tassazione dei lavoratori dipendenti a quella dei lavoratori autonomi e di altre categorie. Il provvedimento, in tempi di vacche grasse, è stato applicato a tutti, senza stare a sottolineare che è un trattamento riserva ai contribuenti del Titano, perché tende a garantire maggiore equilibrio all’interno delle fasce contributive. I frontalieri, precisa Valentini, comunque pagano una tassa in Repubblica e queste trattenute fino ad oggi erano un credito di imposta che – quando presentavano la denuncia dei redditi all’Italia – inserivano come importi già pagati. Non si vede perché, rimarca il Segretario alle finanze – non debbano continuare a farlo. Il fatto che la Repubblica abbia deciso di non proseguire con questa agevolazione non è un tentativo di discriminare i lavoratori frontalieri. Oggi, ricorda, quella detassazione era a carico dell’erario sammarinese, ma ne usufruiva il fisco italiano perché aveva meno abbattimento contributivo. I sindacati, prosegue Valentini, fanno benissimo a difendere i lavoratori e San Marino non li vuole discriminare. Infatti sta garantendo a tutti gli stessi ammortizzatori sociali: dalla mobilità alla disoccupazione. Questo, sottolinea, è davvero un aspetto di parità che nonostante i problemi economici non abbiamo mai pensato di smantellare. Al sindacato invece Valentini propone di fare fronte comune per chiedere all’Italia di adottare finalmente l’accordo contro le doppie imposizioni fiscali.
Sonia Tura
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