Il Segretario Podeschi risponde ai promotori del referendum per l’abrogazione della riforma previdenziale
Il segretario alla sanità affida ad un lungo comunicato la sua replica. Non prima di ricordare che la riforma è frutto di una lunga concertazione con le parti, con il riconoscimento arrivato dal Fondo Monetario, meno generoso con altri settori. Alla critica di aver fallito l’obiettivo prefissato, Podeschi risponde di non aver visto proiezioni o dati a corredo, quando il provvedimento ha richiesto accurati studi attuariali. L’età pensionabile è in linea con L’Italia e il resto d’Europa, mentre non si stupisce che l’iniziativa referendaria sia partita da liberi professionisti, che hanno visto adeguare alle altre categorie le aliquote contributive intorno al 21%, contro il 13 % attuale. “Ed esclusivamente questa categoria – precisa la nota - verserà solo il 2% di aliquota per la parte eccedente il tetto massimo. La percentuale tra pensione e ultimo stipendio sarà intorno all’ 80% nei rediti più basi, del 60 in quelli più alti. Non il 55% dichiarato dal comitato. Spiega la Sanità – garantendo comunque a tutti un’adeguata pensione. E mettendo in evidenza il sistema solidaristico a ripartizione, che ha garantito finora un ottimo funzionamento del welfare. Infine la critica alla scarsa fantasia e innovazione: “sulla previdenza si gioca il nostro futuro economico – scrive Podeschi – materia che mal si sposa con sperimentazione e fantasia”. Il secondo pilastro consentirà di arrivare ad un pensione pari al 75% dell’ ultimo stipendio e senza gravare sulla collettività.
Giovanna Bartolucci
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