La Segreteria di Stato per la Sanità interviene sulla situazione del personale infermieristico
“La professione infermieristica – sostiene – soffre da qualche tempo di crisi di appetibilità dovuta a molteplici cause, tra cui: l’inadeguatezza degli attuali mansionari, l’impossibilità di carriera interna e di aumenti retributivi per la rigidità della dotazione organica; le problematiche legate alla formazione continua che in questa professione deve essere assolutamente garantita; la corretta definizione dei rapporti con le altre figure professionali, mediche e paramediche”.
“Senza dimenticare – puntualizza il responsabile delle politiche sanitarie – che questa professione è caratterizzata più di altre da una sorta di vocazione, per cui non sono sufficienti incontri sporadici di orientamento che si tengono alle scuole superiori”.
Sulla questione della nazionalità del personale infermieristico, poi, Berardi smorza i toni ed evita di alimentare polemiche sottolineando che l’Istituto Sicurezza Sociale deve pretendere i medesimi standard di qualità ed efficienza, indipendentemente dal paese di provenienza degli infermieri.
Pertanto, la Segreteria intende predisporre - in collaborazione con il Comitato Esecutivo dell’ISS - un piano globale di intervento, anche sulla base dei suggerimenti scaturiti dagli incontri con i sindacati e le associazioni di categoria. Tra le ipotesi: la costituzione di un albo per la libera professione; l’eventuale riapertura del corso infermieri, magari attraverso una convenzione con la scuola di Rimini; stimolare l’interesse alla professione tra i giovani; prevedere incentivi agendo anche sul salario d’accesso.