Sentenza Buriani-Celli, in Consiglio la politica si chiede: "Oggi abbiamo gli anticorpi?"
Ieri sera la chiusura del Comma Comunicazioni. Nel pomeriggio si riparte dai Decreti
E' stato come tornare indietro nel tempo, agli scontri feroci che hanno infiammato la passata legislatura. La sentenza Buriani – Celli riapre una pagina sofferta, riportando la politica a rivivere vicende che hanno avuto pesanti ricadute sull'economia, quantificate dal Segretario alle Finanze Marco Gatti: 500 milioni di buco di Carisp, milioni di danni causati da banca Cis, più tutti gli anni in passivo per la gestione delle crisi bancarie.
I soldi sono tanti – dice – e non sarà facile recuperarli, anche perché il governo precedente ha concesso manleve. Il clima, insomma, è rovente. “Il paese ha bisogno di essere riappacificato” commenta Giuseppe Morganti. Sembrava esserci riuscito condividendo scelte strategiche, ma il dibattito – fa notare – ci fa ripiombare negli anni della caccia alle streghe. Torna con la mente alla nomina, nel 2016, del Presidente di BCSM Grais, e ammette: “la scelta è stata sbagliata, ma è stata una scelta di tutto il Consiglio”. “Ci mangiamo le mani – aggiunge – per non aver ascoltato Rete e l'esposto del Pdcs”. Ricorda però che, seppur in ritardo, quella politica “si è svegliata” e che con Eva Guidi alle Finanze la musica è cambiata.
Ma quella vicenda – ricorda Elena Tonnini – è costata tanto, troppo al paese, in termini economici e di attacco alla libertà. “Il gruppo di Confuorti aveva colonizzato tutto – dice - il Governo è stato per anni eterodiretto. Non è utile domandarsi se perdonare chi ha rubato, ma è importante chiedersi se quelle distorsioni potranno ripetersi”.
C'è chi spinge nella ricerca delle responsabilità politiche con la riapertura della commissione d'inchiesta, ma Andrea Zafferani chiede di rispettarne il lavoro, ricordandone le raccomandazioni finali, che indicano quali strumenti mettere in campo per difendersi. Se non verranno attuate – avverte – ci ritroveremo nello stesso punto, senza gli anticorpi. Ad oggi – si domanda Alessandro Mancini - li abbiamo? C'è una classe politica che può dirsi estranea a quei fatti e che ha le carte in regola per governare il paese? Non si può costruire il futuro senza cristallizzare il presente”– ammonisce – e questo, ad oggi, non è ancora avvenuto.
Il Comma Comunicazioni si chiude così. Seguono alcune nomine, poi nel pomeriggio i lavori riprenderanno con i Decreti. 23, quelli in agenda, selezionati sulla base delle scadenze. Ne restano tanti altri da ratificare, come quello sui mutui, non presente però nell'elenco. Troviamo invece: disciplina delle attività economiche; limiti e requisiti degli impianti di cogenerazione in ambito industriale; Istituzione dell’Autorità di Regolazione per i Servizi Pubblici.
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