Sentenza Mazzini. Rete-Mdsi: "meccanismi ancora presenti"

Sentenza Mazzini. Rete-Mdsi: "meccanismi ancora presenti".
Rete-MDSI commenta la sentenza al processo Conto Mazzini: “non è semplicemente prova dell'esistenza della corruzione nel Paese, ma ne rende anche la portata e il livello di trasversalità tra i partiti” - dice e va oltre.
Parte dalla cronaca per chiedersi se i meccanismi che hanno consentito di sfruttare ruoli istituzionali per instaurare quel sistema corruttivo - a partire dalla discrezionalità del Congresso di Stato nel concedere contributi, nomine, permessi in cambio di tangenti - non siano ancora presenti. “La risposta è sì – scrivono – anzi si è ampliata, con sempre più poteri concentrati nelle mani dei segretari di stato, incluse le nomine dei diplomatici e le trattative con gli imprenditori privati”.
Domandano poi come sia possibile “che i politici per anni non si siano accorti di avere in casa una tale ragnatela di interessi e come possano essere credibili oggi, quando propagandano il loro interesse a tutela del paese”.
Chiedono di promuovere indagini ad ampio spettro tra le istituzioni e gli enti, soprattutto laddove le dirigenze siano immutate da decenni; di verificare inspiegabili carriere all'interno della PA; la modalità di concessione di appalti e consulenze.

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