Dim si stringe intorno a Ciavatta e Santi che parlano del loro rinvio a giudizio
A loro carico cinque capi d'accusa: diffamazione, minaccia, libello famoso, violenza privata e istigazione. Roberto Ciavatta va con la mente al 2012: “la prima denuncia per diffamazione – ricorda – mi arrivò da Gabriele Gatti”. Tornando all'oggi, riassumono il tutto in dieci slide. “Non abbiamo niente da nascondere – commenta Emanuele Santi - a differenza di chi ha preso in passato tangenti milionarie e non è stato rinviato a giudizio con altrettanta solerzia”.
Li conforta la vicinanza “anche di persone inaspettate”, “ci fa rendere conto – dice Ciavatta - che c'è ancora sensibilità in questo paese e il riconoscimento di quanto si cerca di fare”. Seguiranno altre serate “perché è nostra volontà – dicono - parlare direttamente con le persone, anche alla luce dei continui e recenti attacchi". “Siamo un gruppo antisistema” – afferma Ciavatta - “e il sistema si ribella cercando di punirci”.
MF