Il discorso di è sviluppato su due filoni: da una parte la questione abitativa, cui San Marino – hanno insistito i presenti- non è più esente da quando la speculazione immobiliare ha gonfiato i prezzi mettendo in discussione lo stesso diritto alla casa”. Dall’altra una questione di tipo sociale: l’avere costruito senza tenere conto dei bisogni della gente infatti ha influito sulla vivibilità e la partecipazione alla vita del paese. Gli interventi dei relatori, tra i quali anche l’architetto Luca Morganti e l’ingegnere Gilberto Rossini, sono stati accompagnati dalla penna tagliente del vignettista Ranfo, che nei suoi schizzi ha ripercorso la storia urbanistica del paese. Una evoluzione rivista in chiave critica dai presenti. “Dagli anni 40 ad oggi le leggi urbanistiche a San Marino sono sempre state in funzione dell’economia privata e del profitto” ha ricordato l’ing. Rossini, che ha insistito anche sugli aspetti sociali della mancanza di un progetto: “nell’immediato dopo guerra c’erano piazze e paesi ed un legame stretto tra vita e privata e pubblica- ha sottolineato- dal 60 in poi invece questo legame si è perso e i paesi sono stati assorbiti in un aggregato abitativo che copre da Borgo a Dogana”.
Sara Bucci
Sara Bucci
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