Si apre una nuova fase. Così il Psd saluta il referendum sull’Unione Europea
“Finalmente i sammarinesi potranno far sentire la loro voce”. Così il Psd saluta il referendum sull’Unione Europa e dice: “adesso è necessario far capire che non bisogna avere paura”. Per Gerardo Giovagnoli è il momento giusto. Comunque il rapporto con l’Italia va recuperato, ma iniziare il percorso europeo è fondamentale anche per far sapere che abbiamo capito qual è la strada da percorrere. “Lo spazio economico europeo o l’integrazione degli accordi esistenti - secondo il segretario del Psd - non sono scelte di cui il Paese ha bisogno. Inutile - dice - entrare per la finestra quando ancora non si è bussato alla porta”. “Buono il lavoro tecnico predisposto dalla Segreteria agli Esteri - aggiunge - ma la scelta deve essere politica e la campagna referendaria va vista come una opportunità”. Per il quorum servono 10.300 sì. Alcuni anni fa, un sondaggio vedeva la maggioranza della popolazione a favore di questa scelta. “Gli ultimi avvenimenti - dice Giovagnoli - hanno dato una ulteriore spinta. A questo punto - sottolinea il capogruppo del Psd - il confronto previsto in Aula sarà diverso e soprattutto non arriverà a conclusioni, per lasciare aperte le porte ai cittadini”. “Ma il tema - aggiunge Claudio Felici - non è più rimandabile. Nessun dogma”, sottolinea. “Siamo convinti che l’adesione sia la forma migliore e chiediamo a tutti di disporsi a questa scelta senza pregiudizi. Perché questo Paese deve avere il coraggio di mettere coraggio nelle cose da fare”.
Sonia Tura
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