La sindrome da tremarella. Così l’Upr definisce la bocciatura dell’odg su BCSM presentato dall’opposizione
L’opposizione perde voti sull’ordine del giorno – presentato da tutte le forze di minoranza – per chiedere le dimissioni del presidente di Banca Centrale. 33 i voti contrari, 21 quelli a favore, 2 gli astenuti. Fatti i conti 4 o 5 consiglieri hanno deciso di non votare il documento presentato dai loro capigruppo. Un esito strano che l’Unione per la Repubblica definisce “la sindrome della tremarella”, patologia che affligge da tempo lo schieramento di opposizione. Succede, si legge nella nota, che chi si fa promotore di iniziative politiche anche forti, sia poi immediatamente colto dall’imbarazzo e dal senso di colpa e per questo si trova costretto a chiedere umilmente scusa, con la coda tra le gambe ai propri (futuri?) interlocutori di maggioranza. E c’è anche chi, sempre tra i banchi dell’opposizione, strilla al microfono denunciando lo sfascio del Paese e poi, preso dalla tremarella, schiaccia il tasto sbagliato, magari lo stesso spinto dai consiglieri di maggioranza. Non sappiamo, sottolinea l’Upr, se questo accade per dare un segnale politico nell’ottica di future alleanze, per quieto vivere, o per opportunità personale. L’assurdo, conclude la nota, è che la “sindrome da tremarella” continua a mietere vittime, mentre la maggioranza litiga vistosamente durante i lavori consiliari, cade sulla ratifica di accordi sindacali, ed è addirittura costretta a ritirare il comma sulle permute per evidenti dissidi interni. Questo è quello che succede da troppo tempo tra le fila dell’opposizione. Ed è bene che la gente lo sappia.
Sonia Tura
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