Sinistra Socialista Democratica: sala affollata e 'compromesso' sul nome

Se è vero, come recitavano i latini che “in nomen omen”, allora si riesce già ad intuire il sottile gioco di equilibri fra le diverse anime della Costituente. Il nome non era presente nella rosa iniziale, si può quindi solo immaginare il dietro le quinte per inserire “socialista” accanto a “Sinistra” e “Democratica”. Alla fine, dunque, prevale il compromesso, anche se Vanessa d'Ambrosio preferisce parlare di 'sintesi'. Poi, il simbolo. Dentro al cerchio c'è tutto: le tre forze, il territorio, le torri, il Pse - partito di riferimento. La strada per la nascita di un nuovo soggetto è ancora lunga, l'unità si costruisce mattone dopo mattone. La storia insegna. Ma la grande partecipazione è un'iniezione di fiducia. “Questo progetto – dice Marina Lazzarini - è l'unico vero e credibile nel panorama politico e fa paura”. Vanessa d'Ambrosio fa sua una frase di Berlinguer: ci si salva e si va avanti se si agisce insieme. “La differenza – sottolinea Denise Bronzetti – la faranno le persone. E sul confronto con le altre forze: “dovrà essere aperto a 360 gradi senza preclusione”. Ma c'è una ferita che ancora brucia. Il Presidente di Labdem Federico Crescentini ricorda la rottura del Psd nel 2009. “Dopo sette anni possiamo finalmente dire di essere tornati a casa”. Poi, rivolgendosi a Simone Celli: presto gli ex compagni del Ps capiranno il grave errore e ci raggiungeranno”. In Sinistra Unita c'è però chi ancora fa resistenza. Voce fuori dal coro, un membro del direttivo di Faetano distribuisce volantini contro 'un nuovo carnevale riformista'. “E' normale – spiega la D'Ambrosio – che ci sia chi non è convinto. Ma la dialettica e il confronto continueranno. Ci vorrà tempo”. Da domani si riparte. Dal confronto. E forse, a breve, riusciremo a capire se si va verso l'alternanza.

L'intervista a Vanessa d'Ambrosio, coordinatrice Sinistra Unita

MF

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