Sinistra Unita: Chi decide come deve votare San Marino alle Nazioni Unite?
E’ un fatto assodato che, su questi temi, la politica estera sammarinese nel corso degli ultimi anni abbia preso una deriva opportunistica, incoerente e senza senso, che ha spaziato dal sostegno agli aggressori georgiani dell’Ossezia del nord, alla latitanza sulla questione dell’Abkhazia in cui ci si è nascosti dietro a obiezioni puerili che hanno mostrato assoluta ignoranza in materia, che ha detto si al riconoscimento e all’autodeterminazione del Kosovo, e poi si schierato con chi ha dichiarato illegittimo il diritto del popolo della Crimea di potersi esprimere attraverso un referendum democratico circa il suo futuro. Non vanno dimenticati passaggi imbarazzanti per la nostra diplomazia come il voto di pilatesca astensione sulla risoluzione approvata a larga maggioranza nel 2012 dall’Assemblea delle Nazioni Unite a sostegno della Palestina. Tutto questo mostra come si sia persa la vocazione al dialogo della nostra Repubblica, rinunciando ad esercitare la nostra sovranità e rendendo la nostra politica estera una semplice propaggine di quella di Paesi più potenti.
San Marino, ad eccezione di questi ultimi anni, ha sempre fatto propri i valori della pace, della libertà degli individui e del diritto all’autodeterminazione dei popoli, ma soprattutto della risoluzione dei conflitti attraverso il negoziato, adottando tutti gli strumenti democratici per realizzarli.
Come si sia arrivati allo schieramento unilaterale a favore di una superpotenza contro l’altra non è dato sapere, ma è una posizione che va certamente contro quei principi ispiratori di pace che San Marino, durante tutta la sua esistenza, ha sempre fatto propri.
Un autorevole esponente di governo ha recentemente dichiarato che la politica estera non appartiene a un singolo schieramento ma è patrimonio dell’intero Paese. Bene, se costui crede veramente a ciò che ha detto, allora bisogna che si creino le condizioni per poterlo fare veramente, cominciando a non decidere e votare unilateralmente queste posizioni .
San Marino deve tornare ad esercitare coraggiosamente la sua politica di equidistanza tra superpotenze, rilanciare la sua politica di pace, di aperta denuncia delle guerre che ancora affliggono vari popoli del mondo, e del negoziato come unico mezzo per la risoluzione dei conflitti.
Comunicato stampa